La Sea Watch, ferma da tre giorni al largo di Lampedusa, è entrata nel porto intorno alle 2.30 della notte tra venerdì e sabato. Il comandante Carola Rackete ha deciso di procedere nonostante la mancanza di autorizzazioni da parte delle autorità. La nave è rimasta per qualche minuto all’esterno del porto, bloccata da una motovedetta della Gdf, poi ha fatto manovra per avvicinarsi alla banchina. “Basta, dopo 16 giorni entriamo in porto”, ha scritto la ong su Twitter.
La capitana della Sea Watch, Carola Rackete, ha salutato mentre erano in corso le operazioni di attracco, forzando il blocco. Davanti all’imbarcazione con il suo carico di 40 migranti, sono state schierate le forze dell’ordine.
Sul molo attivato un servizio d’ordine con personale di guardia costiera, Finanza e carabinieri. Presente anche il parroco don Carmelo La Magra, l’ex sindaco Giusi Nicolini e il medico Pietro Bartolo, oggi eurodeputato del Pd. “Grazie”, si sente gridare dalla nave. “Grazie a voi” e la risposta dal molo. Sul natante anche i cinque parlamentari che hanno già passato una notte sul ponte.
La comandate della SeaWatch, Carola Rackete, è stata fatta scendere e fermata dalla Guardia di Finanza, dopo avere violato i divieti e avere portato la nave in porto. I militari sono saliti a bordo e l’hanno prelevata. Rackete è poi stata fatta salire su un’auto della Guardia di Finanza ed è stata portata verso la caserma. L’accusa nei suoi confronti, secondo quanto si apprende, è violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione: che recita. “Il comandante o l’ufficiale della nave, che commette atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. La pena per coloro che sono concorsi nel reato è ridotta da un terzo alla meta'”: questo il testo dell’Articolo 1100 del codice della navigazione.
Poco prima delle sei del mattino è iniziato lo sbarco dei 40 migranti a bordo della Sea Watch. Prima di sbarcare dalla nave i migranti hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. A bordo della nave ci sono anche gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia che stanno ponendo sotto sequestro l’imbarcazione.
“Se il comandante ha preso questa decisione, assumendosene la responsabilità, è perché i migranti sono esausti, una situazione terribile. La legge farà il suo corso. Se mi chiedono di visitarli io lo faccio. Saranno forze dell’ordine e magistratura che decideranno come si evolverà la situazione”, ha detto Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, eurodeputato del Pd.
Entrare nel porto di Lampedusa anche senza le autorizzazioni “è stata una decisione dell’equipaggio della Sea Watch” e non solo della capitana. Lo ha detto l’avvocato della Ong tedesca, Leonardo Marino, a Rai News 24. Carola Rackete, è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave militare.
“Siamo orgogliosi del nostro capitano, ha agito nel modo giusto. Ha insistito sulla legge del mare e ha portato la gente al sicuro”. Lo ha detto il Ceo di Sea Watch Johannes Bayer, dopo la decisione della comandante di Carola Rackete di forzare il blocco.
Non avevamo scelta, al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo”. Così la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, ha commentato la scelta della comandante della nave, Carola Rackete, di entrare in porto. “La violazione – ha aggiunto Linardi – è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni”. Ma ora il comandate rischia l’arresto?, le è stato chiesto: “Potrebbe – ha risposto -. Vediamo cosa accade”.
Scontro tra opposte fazioni sul molo di Lampedusa dopo che la Sea Watch ha violato il divieto d’ingresso e ha attraccato: da una parte i sostenitori della ong che hanno applaudito la scelta della comandante, dall’altra un gruppo di lampedusani tra cui l’ex vicesindaco Angela Maraventano, che ha urlato e inveito contro i volontari dell’organizzazione. “E’ una vergogna – ha urlato Maraventano rivolta verso la nave -. Qui non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo”.
E poi, “fate scendere i profughi – ha aggiunto rivolgendosi alle forze dell’ordine – e arrestateli tutti”. All’ex vicesindaco ha risposto l’ex sindaco Giusi Nicolini: “Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no”. Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l’ormeggio fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina.