Monte Cofano nel Trapanese distrutto dalle fiamme. Vigili del fuoco, corpo forestale e volontari della protezione civile al lavoro tutta la notte per spegnere l’incendio divampato nella serata di mercoledì su Monte Cofano, nel territorio di Custonaci, in provincia di Trapani.
Le fiamme, di probabile origine dolosa, hanno aggredito soprattutto il versante della montagna che guarda a est, verso la baia di Santa Margherita e la frazione di Castelluzzo, a una manciata di chilometri da San Vito Lo Capo. Monte Cofano rientra in una riserva naturale, diversi ettari di macchia mediterranea sono andati distrutti. L’area è sottoposta a vincolo.
Secondo quanto riferiscono dal Comune di Custonaci, l’incendio è partito dalla Torre della tonnara ma ha rapidamente raggiunto la cima della montagna. Il sindaco Giuseppe Morfino non ha dubbi sulla natura dolosa delle fiamme: “Ennesima azione criminale perpetrata ai danni del nostro patrimonio ambientale – evidenzia -. Vedere bruciare la riserva di Monte Cofano suscita rabbia e forte indignazione. Per i cittadini di Custonaci e dell’intero territorio trapanese scempi di tale portata sono inaccettabili”.
“Per ricostituire le aree di macchia mediterranea con alberi, cespugli ed essenze, ridotte in cenere dal fuoco ci vorranno almeno 10 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”. E’ quanto spiega la Coldiretti in relazione al violento incendio divampato su Monte Cofano, nel Trapanese, di probabile origine dolosa, alimentato anche dalla siccità e dalle alte temperature che stanno salendo rapidamente verso i 40 gradi con allerta rossa in diverse aree urbane.
“Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente”. “Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – evidenzia la Coldiretti – è mancata l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio Nelle aree bruciate – sottolinea Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati”.