L’emozione di Ettore Consonni, il paziente bergamasco salvato al Civico di Palermo

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ettore consonni

“La Sicilia me la tatuerò sul cuore”, giura il bergamasco Ettore Consonni, 61 anni, magazziniere in pensione, 23 giorni in terapia intensiva al Civico di Palermo per strapparlo al morso del coronavirus.

Una storia a lieto fine per un paziente arrivato dal Nord e curato a Palermo. Consonni era  stato contagiato a fine febbraio, il 4 marzo è stato intubato a Seriate, in provincia di Bergamo, ma la situazione sanitaria era difficile. Non c’erano posti in Lombardia, così un aereo militare il 14 marzo lo ha portato nel capoluogo siciliano in situazioni critiche.

“E questo mi ha salvato” – racconta Ettore che da Pasqua risulta guarito. Una vera e propria risurrezione. Solo il 30 marzo era uscito dal coma farmacologico. “Mi sono addormentato a Bergamo, la mia città – dice in una intervista trasmessa da Repubblica Tv – e mi sono svegliato a Palermo”. Ma non ci credeva, medici e infermieri glielo dicevano, ma lui pensava fosse un scherzo, un modo per tirarlo un po’ su.

“Pregavo, pregavo tanto – aggiunge – a settembre si sposa l’ultima figlia e poi devo fare il padrino alla mia nipotina… ‘Mi raccomando, tieni duro. che ti aspettiamo’, mi diceva la mia famiglia… siamo molto legati. I miei nipoti mi hanno mandato i disegni, ‘Forza nonno’, hanno scritto, e sono qui che sto bene”.

Ricorda: “L’ultima cosa che ho sentito è che a Bergamo non c’era più posto. Poi il buio. Qui a Palermo, in Rianimazione sentivo l’accento siciliano, ma pensavo a qualche medico emigrato. Mi dicevano che ero a Palermo, ma pensavo mi canzonassero”. Ettore Consonni prosegue nell’intervista non senza emozionarsi: “Qui mi hanno resuscitato, grazie! Ci sono infermieri e medici speciali, mi hanno salvato la vita: piangevo e mi consolavano, mi portavano i biscottini, gli arancini, e anche il telefonino per vedere e sentire la mia famiglia”.

Vuole tornare a Bergamo, anche se la situazione è difficile: “Mia moglie mi ha detto che è come se si fosse in guerra”. Tornerà nella sua città, è certo, sano e salvo, ma lui che ha impressi sulla pelle vari tatuaggi, promette: “La Sicilia me la tatuerò sul cuore”. (Fonte Adnkronos)