“Oggi torno a essere la figlia di Paolo. E, in nome dei suoi semplici insegnamenti, chiedo a tutti di non invitarmi, il 19 luglio, alla commemorazione di via D’Amelio”. A dirlo – in un’intervista a Repubblica – è Lucia Borsellino, che ieri si è dimessa dalla carica di assessore siciliano alla Sanità.
“Questa è stata la mia prima esperienza politica, sarà anche l’ultima”, afferma. Spiegando le ragioni della sua scelta, sottolinea che “si sono persi di vista gli obiettivi, la coerenza rispetto al progetto iniziale. C’è stato un abbassamento di tensione. Anche morale”.
Ricorda di aver annunciato le sue dimissioni già a febbraio, poi la vicenda di Tutino, il medico del governatore Crocetta arrestato per truffa, “ha contribuito a rafforzare la mia decisione. Quella storia ha leso l’immagine di un’intera Regione”.
“Non nascondo – aggiunge – che il rapporto fra Crocetta e questo primario mi ha creato forte disagio in questi anni”, “quest’amicizia, sempre ostentata da Tutino, ha molto condizionato la vita di una grande azienda ospedaliera di Palermo“.
“Chiedo a tutti di non invitarmi, il 19 luglio, alla commemorazione di via D’Amelio”, conclude sottolineando che “non capisco l’antimafia come categoria, come sovrastruttura sociale. Sembra quasi un modo per cristallizzare la funzione di alcune persone, magari per costruire carriere. La legalità, per me, non è facciata, è una precondizione di qualsiasi attività”.
“Non ero abituato all’ idea che Lucia se ne andasse”. Lo ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta ai cronisti parlando delle dimissioni ufficializzate dell’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. Crocetta ha assunto l’interim della delega alla Sanità e nominato un collegio di saggi, in attesa di designare un nuovo assessore. “L’interim non sarà lungo – ha aggiunto -. Lo ho assunto per assicurare continuità all’attività amministrativa. Durerà poco”.