La Dia di Trapani ha arrestato l’imprenditore edile Nicolò Clemente, 50 anni, ritenuto responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso, e ha sequestrato le società Calcestruzzi Castelvetrano e Clemente Costruzioni, a lui riconducibili, entrambe con sede a Castelvetrano (Trapani).
L’operazione si inserisce nell’ambito delle attività investigative condotte dalla Dia, sotto la direzione della Dda di Palermo, per disarticolare la rete dei consociati mafiosi più ‘vicini’ al boss latitante Matteo Messina Denaro, attraverso l’individuazione e l’eliminazione dal mercato delle imprese mafiose che costituiscono le principali fonti di approvvigionamento finanziario dell’organizzazione mafiosa castelvetranese.
Il legame tra la famiglia Clemente e quella di Messina Denaro risulta anche di tipo imprenditoriale nella società “Enologica Castelseggio”, costituita negli anni Ottanta, oggi definitivamente confiscata in quanto diretta espressione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e strumento di riciclaggio. Nicolò Clemente, osserva il Gip, è risultato pienamente inserito nel contesto mafioso-imprenditoriale castelvetranese attraverso una logica spartitoria ispirata dai vertici della famiglia mafiosa (tra tutti il latitante ed i suoi parenti in libertà) ed attuata mediante il sistematico ricorso alla violenza e alla minaccia nei confronti dei committenti riottosi a piegarsi di fronte alla sua caratura mafiosa.
Il pentito Cimarosa in un colloquio registrato in carcere nel 2014 affermava che Patrizia Messina Denaro, sorella del latitante arrestata dalla Dia di Trapani nel 2013, aveva ricevuto denaro da Nicolo’ Clemente e da altri imprenditori che in quel momento si spartivano le commesse controllate dalla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Le indagini hanno anche documentato alcuni riservati summit mafiosi cui hanno preso parte Clemente e Dario Messina, presunto reggente della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (TP), recentemente sottoposto a fermo nell’ambito dell’operazione ‘Annozero’. Durante l’operazione la Dia di Trapani, con lo Sco e le Squadre Mobili di Trapani e Palermo, ha eseguito anche diverse perquisizioni locali nei confronti di presunti esponenti mafiosi castelvetranesi.