Mafia, sequestrati beni per 1,3mln a capo clan nell’Agrigentino

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guardia di finanza, cocaina da santo domingo

Il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Agrigento ha sequestrato beni per 1.3 milioni riconducibili al boss mafioso agrigentino Calogero Di Caro, di 70 anni. Il provvedimento e’ stato emesso dal Tribunale di Agrigento – Sezione II Penale, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo.

Si tratta di 5 beni immobili, quattro appartamenti ed un magazzino, tutti situati a Canicattì, che erano stati acquistati nel lontano 1985 da Liliana Maria Pia Ninotta, moglie di Di Caro, al prezzo dichiarato di 125 milioni di lire. L’analitica e precisa ricostruzione dei flussi finanziari operata a suo tempo dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della città dei templi ha consentito di collocare tale acquisto nell’ambito di un arco temporale che vedeva, da un lato, le condizioni di sproporzione tra il valore dei beni acquistati rispetto alla capacità reddituale del nucleo familiare di Di Caro, e, dall’altro, la figura dello stesso Calogero Di Caro aumentare progressivamente di importanza in seno a cosa nostra agrigentina, tanto da diventarne – subentrando nel ruolo allo zio Giuseppe Di Caro, ucciso nel 1991 – reggente in ambito provinciale.

Calogero Di Caro viene infatti indicato come figura di primo piano in Cosa nostra Agrigentina, avendo stabilito, sottolineano gli investigatori, contatti dagli anni ’80 con esponenti di spicco della cosca mafiosa operante nell’ambito della provincia agrigentina, nonché in ambito regionale, come e’ dato rilevare dalle due sentenze di condanna per il reato di cui all’articolo 416 bis, entrambe passate in giudicato e risalenti, rispettivamente, al 1997 ed al 2008.