Miccichè: “Pronti 4 milioni di tagli, ma la povertà non si sconfigge con i tagli ai costi della politica”

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gianfranco miccichè

Gianfranco Miccichè è un fiume in piena come non si vedeva da tempo. Sui tagli ai costi della politica e agli stipendi dei manager e dei dirigenti pubblici non fa sconti a nessuno: “Certa stampa mi ha disegnato in questi mesi come un massacratore dei poveri. Ma io che c’entro con gli stipendi con i portaborse dell’Ars? Sapete che faccio? Vi dò una notizia in anteprima: Quest’anno daremo 2 milioni di euro in meno ai gruppi parlamentari proprio per i portaborse. Complessivamente risparmieremo 4 milioni di euro. Alla Regione chiederemo un milione di euro in meno. Sono certo che certi giornali domani non ne parleranno o troveranno il modo per criticare anche questo”.

“Di questi 4 milioni, circa 2 milioni riguarderanno la spesa per i portaborse e altri 660 mila euro di risparmi verranno dall’introduzione dei tetti alle retribuzioni dei dirigenti”, ha detto Gianfranco Miccichè. “Dall’introduzione dei tetti alle retribuzioni dei dirigenti nel 2019 saranno risparmiati 850 mila euro e 1,1 milioni nel 2020, per un totale di 2,6 milioni di risparmi complessivi nel prossimo triennio”.

Ospite di un forum dell’agenzia Italpress, il presidente forzista del parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, non le manda a dire: “Tutti oggi fanno demagogia bella e buona. Vorrei chiarire un concetto: non è che quando l’Assemblea regionale siciliana o lo Stato risparmiano, i cittadini pagano meno tasse. Non è che i poveri stanno meglio. Contro la povertà bisogna trovare dei sistemi diversi dai tagli ai costi della politica e dei dirigenti. Continuando di questo passo questo Paese andrà a sbattere. Avete mai visto che una azienda come la Fiat che taglia lo stipendio all’amministratore delegato Marchionne e lui continua a fare il lavoro che ha fatto fino a quel momento e con la stessa efficienza? Piuttosto va a fare qualcosa che lo diverte di più e meno rischioso. Con i tagli degli stipendi guadagneremo 100 ma perderemo 10 mila in produttività ed efficienza”.

Inoltre, ha aggiunto Gianfranco Miccichè, “finché il costo della politica sarà considerato uno spreco, fino a quando non si ricomincerà a capire che il costo della politica è un bene per il Paese forse la finiremo con questo assurdo babbìo (scherzo, in dialetto siciliano, ndr) del taglia taglia… Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro per fare politica. Non mi sarebbe convenuto… Mia moglie mi avrebbe lasciato”.

Ma quindi nessuno farà più politica? “solo i disoccupati”, risponde ironico il numero uno dell’Ars. “Così finalmente la politica avrà risolto i problemi della povertà in Italia… Agli altri non converrà, così come non converrà ai medici più bravi, agli avvocati più bravi, ai professionisti più bravi lasciare il proprio lavoro per fare politica o fare i manager al servizio del settore pubblico”.

I fondi del presidente dell’Ars

“Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana deve essere libero di potere usare il budget a sua disposizione, i fondi a sua disposizione, come meglio crede per ottimizzare il funzionamento del Parlamento. Da presidente avrò diritto di spendere il budget a mia disposizione come credo sia più opportuno e come credo sia meglio per l’Assemblea?”. Si è chiesto Gianfranco Miccichè, parlando dei tagli ai costi della politica nel corso del forum con l’Italpress. “Non è che Miccichè un giorno impazzisce e spende questi fondi in pane e panelle – ha continuato il presidente dell’Ars -, perché se così fosse il Consiglio di presidenza e il collegio dei questori interverrebbero. Ma se all’interno di questo budget decido di avere dieci collaboratori, che mi aiutino – per fare un esempio – a meglio a esaminare la legge finanziaria, devo poterlo fare senza essere criticato”.

Il fondo per la povertà

“Con i risparmi ai costi dell’Assemblea Regionale Siciliana abbiamo istituito un fondo per la povertà da 100 mila euro. A questo fondo potranno attingere famiglie in serie difficoltà economiche a cui su decisione del Consiglio di Presidenza saranno assegnate delle somme di denaro. Avevo chiesto ai deputati di incrementare questo fondo con parte del loro stipendio, per la precisione con 1.400 euro per ogni parlamentare, ma all’invito, oltre a me, hanno aderito solo i deputati regionali Giorgio Assenza e Riccardo Savona. Siamo in tre. Sono certo che per gli altri è mancanza di informazione. Ma finora non hanno aderito nemmeno i Cinquestelle”, ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

I vitalizi

Poi sull’altro grande tema di questi giorni, quello dei vitalizi: “Siamo di fronte a un’altra follia assoluta. Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i Cinquestelle?”.

Peraltro, ha aggiunto Gianfranco Miccichè, “credo che i deputati M5S stiano studiando un sistema per cui il vitalizio gli arriverà comunque, non dall’Assemblea Regionale Siciliana ma dalle assicurazioni. Con la minore contribuzione dovuta dal deputato in caso di taglio dei vitalizi stipuleranno delle assicurazioni. Ho detto a Giancarlo Cancelleri (vicepresidente M5S dell’Ars, ndr), di spiegarmi come faranno, possibilmente tornerà utile a tutti”, ha aggiunto Miccichè.

Insomma bisogna capire che “la politica ha una sua utilità, e che “i manager e i dirigenti più bravi vanno pagati di più. Sono le regole del mercato”. Però, ha concluso Miccichè, “se certa politica e certi giornali continuano a fare demagogia e ad attaccarmi io mi adeguo. Martedì sera mi trovavo in un locale e un signore mi ha aggredito verbalmente accusandomi di essere responsabile degli alti stipendi dell’Ars. Io mi adeguo, legnate per strada non ne voglio prendere”.

Cambiare lo Statuto Siciliano

“Cambiare lo Statuto siciliano? Sono d’accordo con l’assessore Armao ma si tratta di trovare i giusti equilibri. Perché se la legge voto per cambiare la carta autonomistica viene fatta tutta a favore della Sicilia difficilmente troverà approvazione in sede nazionale. Io penso che convenga – per evitare di ricominciare tutto l’iter daccapo – presentarla non a questo ma al prossimo parlamento. Non credo che l’attuale durerà tanto vista la situazione politica nazionale”, ha concluso il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché con l’Italpress.