Michele Prestipino è il nuovo procuratore capo di Roma. Lo ha nominato a maggioranza il plenum del Csm. Prestipino, che ha 62 anni, ed è nato nella capitale, era il reggente della procura di Roma, da quando nel maggio scorso il suo predecessore, Giuseppe Pignatone, è andato in pensione. La sua scelta si pone nel solco della continuità, visto che è stato stretto collaboratore di Pignatone, prima a Reggio Calabria e poi a Roma. E’ passata con 14 voti la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma: otto voti sono andati invece al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.
A favore di Prestipino hanno votato tutti i 5 togati di Area e i tre di Unicost (che inizialmente avevano sostenuto il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, che escluso però dal ballottaggio), 3 consiglieri di Autonomia e Indipendenza (Piercamillo Davigo, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe) e due laici del M5S, Alberto Maria Benedetti e Fulvio Gigliotti e il Pg della Cassazione Giovanni Salvi.
A favore di Lo Voi hanno votato invece i tre togati di Magistratura Indipendente, il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone, i 2 laici di Forza Italia Michele Cerabona e Alessio Lanzi e il laico del M5S Filippo Donati. Astenuti i togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, entrambi eletti con Autonomia e Indipendenza, e il laico della Lega, Emanuele Basile. Non ha partecipato la voto il vice presidente del Csm, David Ermini.
La scelta da parte del Csm, giunge dopo una delle stagioni più difficili di sempre per Palazzo dei Marescialli, la cui autorevolezza è stata messa a dura prova dal cosiddetto “scandalo nomine”. Cinque consiglieri si sono dimessi nel 2019, dopo la pubblicazione delle intercettazioni legate all’inchiesta di Perugia e registrate la notte del 9 maggio scorso, attraverso il trojan installato nel cellulare dell’indagato Luca Palamara. I cinque erano presenti a un incontro privato organizzato dal pm, ex presidente dell’Anm ed ex consigliere Csm, alla presenza di Luca Lotti e Cosimo Ferri, nel quale il gruppo discusse delle future nomine ai vertici di alcune procure, a cominciare da quella capitolina.
Quella di Michele Prestipino è stata una vita dedicata alla lotta alle mafie, da Palermo a Reggio Calabria, fino alle più recenti inchieste che hanno coinvolto la capitale. Una vita che da più di 20 anni vive sotto scorta. Romano di origini siciliane, Michele Prestipino è nato nella capitale il 27 settembre 1957. In magistratura dal 1984, ha svolto il suo primo incarico nella Pretura di Avezzano dove è rimasto fino al 1992 passando all’Aquila come magistrato di sorveglianza.
Un passaggio cruciale della sua carriera è rappresentato da Palermo dove è arrivato nel 1996 e dove le indagini condotte da sostituto procuratore della Dda insieme con la collega Marzia Sabella e al procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone hanno portato l’11 aprile del 2006 alla cattura di Bernando Provenzano, interrompendo una latitanza durata più di 40 anni. Sempre dalla Dda palermitana ha seguito indagini sulle connessioni tra mafia, politica e sanità fino a quella, con l’allora procuratore capo Pietro Grasso, sullo scandalo delle “talpe” in Procura.
Da novembre del 2008 è procuratore aggiunto a Reggio Calabria dove indaga sulla struttura della ‘ndrangheta calabrese e sulle sue ramificazioni economiche nel Nord Italia. Un lavoro che lo vede nell’inchiesta “Crimine” lavorare nuovamente al fianco di Pignatone, di Nicola Gratteri, all’epoca procuratore aggiunto a Reggio Calabria, e dei sostituti Maria Luisa Miranda, Antonio De Bernardo e Giovanni Musarò, ora anche lui nella Dda di Roma.
Da novembre 2013 procuratore aggiunto a Roma coordinando la direzione distrettuale antimafia. Qui, lavorando nuovamente al fianco di Pignatone e con Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli è uno dei pm dell’inchiesta Mafia Capitale.
Con l’addio alla Procura di Roma lo scorso maggio per raggiunti limiti d’età di Giuseppe Pignatone (ora alla guida del tribunale vaticano) Prestipino ha assunto l’incarico di facente funzioni dell’ufficio requirente che conta novanta sostituti e nove aggiunti.