Migrante del Gambia in manette, aveva giurato fedeltà all’Isis

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Migrante del Gambia arrestato nel Napoletano, aveva giurato fedeltà all’Isis.  Alagie Touray, 21 anni, era sbarcato nel porto di Messina a marzo di un anno fa insieme a centinaia di altri migranti provenienti dalla Libia. Titolare di un permesso provvisorio di soggiorno e registrato nel centro di accoglienza per migranti di Pozzuoli è stato fermato a Napoli da agenti della Digos e militari del Ros.

Touray aveva promesso di seguire Abu Bakr Al Baghdadi, capo riconosciuto dell’Isis. Il video era stato diffuso sui canali della app Telegram. Il documento è staro acquisito nell’ambito delle indagini svolte dalla Digos di Napoli e dal Ros dei carabinieri, coordinate dalla Procura partenopea, culminate sei giorni fa nel fermo del gambiano.

Secondo quanto accertato nel corso degli interrogatori seguiti all’esecuzione del fermo, Touray ha riconosciuto di avere personalmente registrato un audio-video con il giuramento a Daesh e di averlo fatto perché, secondo istruzioni ricevute via Telegram, gli era stato richiesto di lanciare un’autovettura contro la folla. Circostanza, hanno sottolineato Melillo e Roberti durante la conferenza stampa, che non è stata accertata dal punto di vista temporale e dal punto di vista logistico. Il gambiano ha comunque affermato di non aver mai avuto reale intenzione di dare seguito al progetto di attacco terroristico.

Il video è stato girato con un cellulare il 10 aprile scorso all’interno della sala mensa della struttura alberghiera di Licola, dove il giovane era alloggiato. È stato inviato sempre attraverso Telegram ad utenti tuttora ancora non identificati. Le indagini hanno permesso anche di accertare che dopo il giuramento, in particolare tra il 12 e il 13 aprile scorsi, entrando in alcune chat  Touray ha chiesto agli interlocutori di “pregare per lui” perché era in “missione”.

Il gip di Napoli ha convalidato il fermo il 24 aprile scorso. Le indagini proseguono a tutto campo sia per verificare i contatti del gambiano, sia per accertare se altri ospiti della struttura di accoglienza siano coinvolti. Nella nota diffusa dalla Procura si spiegano i termini solenni della pronuncia di giuramento: “Giuro fedeltà al califfo dei musulmani Abu Bakr Al Quraishi Al Baghdadi, nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2, e Allah è testimone di quello che dico”.