Migranti, è scontro in Corte d’Assise su prova Dna per presunto trafficante

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ong migranti carmelo zuccaro

La difesa dell’eritreo estradato due anni fa dal Sudan con l’accusa di essere a capo di una delle principali organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti tra l’Africa e l’Italia hanno depositato alla Corte di Assise che processa il presunto trafficante i risultati della comparazione del Dna del loro assistito con quello della donna che sostiene essere sua madre. Dalla comparazione risulta una compatibilita’ del 99,99% dei due profili genetici.

Per i legali, che da anni sostengono che il loro assistito sia vittima di un errore di persona, sarebbe la prova che l’eritreo estradato non e’ il trafficante ricercato dalla Procura di Palermo. La comparazione, invece, secondo i pm non dimostrerebbe nulla a proposito dell’identità dell’imputato, limitandosi a stabilire il rapporto di parentela con la donna. L’identificazione, infatti, per gli inquirenti non si e’ basata sul Dna ma su indagini svolte attraverso intercettazioni telefoniche e esame di materiale ritrovato nel cellulare dell’estradato. A incastrare l’imputato, per la procura, ci sarebbe anche la perizia fonica realizzata comparando la voce del trafficante ricercato e quella dell’eritreo arrestato.

L’uomo fermato in Sudan e’ stato identificato col nome di Mered Medhanie Yedhego, ma potrebbe trattarsi anche di uno dei tanti alias che il trafficante soprannominato “il generale” usava. I legali sostengono che il loro assistito, ora sotto processo in corte di assise a Palermo, si chiami Medhanie Tesfamariam Behre e che sia un falegname eritreo che si trovava in Sudan per imbarcarsi per l’Italia. Il processo e’ stato rinviato al 9 novembre per la deposizione del funzionario di polizia Carmine Mosca che curo’ le indagini e andò  in Sudan a prendere l’indagato dopo la concessione dell’estradizione. (ANSA).