Minniti: “Ogni signor Cottone che denuncia e mantiene la sua impresa forte è un successo per le istituzioni”

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“La testimonianza del signor Cottone rende evidente che cosa significhi la sfida per il libero mercato dall’illegalità. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, intervenendo al convegno organizzato dalla Confcommercio imprese per l’Italia “Legalità, mi piace!”, in riferimento alla testimonianza di Antonio Cottone, imprenditore che ha testimoniato la sua esperienza di denuncia contro chi gli chiedeva di pagare il pizzo.

“Lo Stato – ha proseguito Minniti – deve tutelare e garantire il libero mercato: deve consentire all’impresa di agire senza essere condizionata da chi ha un potere criminale e usa la forza per condizionare e cambiare le regole del gioco. Per questo è importante che ogni Cottone si senta lo Stato accanto quando sceglie la strada di non subire, di non tacere e di denunciare. Ogni signor Cottone che denuncia e mantiene la sua impresa forte è un successo per le istituzioni. Per questo noi non dobbiamo lasciare nessuno solo”.

“In un Paese il sentimento della sicurezza è altrettanto importante quanto le statistiche che pure sono importanti. La sicurezza – ha detto Minniti – è un sentire e un sentirsi, è un sentimento per il quale bisogna mettere in campo delle politiche e dimostrare che lo Stato è a fianco di coloro che chiedono sicurezza. L’Italia si presenta come un Paese bello e sicuro: dobbiamo garantire la sicurezza senza farlo diventare un Paese militarizzato ma un eccesso di rappresentazione della sicurezza può oscurare la percezione di bellezza del Paese di un Paese che è nato per essere visto dagli altri”.

“La sicurezza – ha aggiunto il ministro dell’Interno Minniti – è un prerequisito per le politiche di sviluppo. Investire in sicurezza è come investire per la crescita economica del nostro Paese”. Minniti ha poi elencato tre questioni prioritarie: “la prima sfida che noi abbiamo è quella del libero mercato: lo Stato deve tutelare il libero mercato e difendere l’impresa affinché possa affermarsi senza subire poteri criminali che vogliono cambiare le regole. Ogni signor Cottone che denuncia e mantiene la sua impresa forte è un successo per la collettività”.

“Non possiamo e non vogliamo lasciare nessuno solo, in questo per esempio è fondamentale l’associazionismo come ad esempio una struttura come Confcommercio”. Secondo punto secondo Minniti, la protezione del prodotto: l’impegno contro la contraffazione. “Importante tutelare il made in Italy: su quello si gioca un’altra importantissima partita, anche in questo caso la legalità è alleata naturale dello sviluppo”.

La terza questione è la sicurezza dei luoghi: tutela del luogo fisico dove viene esercitata l’impresa. “Non si può garantire la stessa sicurezza a Bolzano e a Palermo – ha osservato Minniti -perché gli scenari sono differenti socialmente e strutturalmente. Il quadro della minaccia criminale è profondamente differente. L’idea di fondo del decreto legge della sicurezza urbana era questa. Bisogna conoscere meglio il territorio attraverso i Patti per la sicurezza urbana che stiamo facendo con i sindaci e con le associazioni, costruire vestiti adatti per determinati territori. C’è bisogno di una forte cooperazione tra polizie nazionali e polizie locali”. “La videosorveglianza – ha poi aggiunto il ministro – ha già cambiato le dinamiche della sicurezza: oggi non c’è un atto criminale che sfugga alla videosorveglianza e dobbiamo incrementare questo strumento che costituisce già di per sé un deterrente”. Minniti ha poi concluso sottolineando l’importanza dello slogan della giornata: #legalitàmipiace al quale ha suggerito di aggiungere anche un corollario: #legalitàinsieme”. Il ministro dell’Interno ha concluso il suo intervento dicendo che “la sicurezza è un bene comune ed è importante che la garantisca lo Stato. Se un cittadino è lasciato solo a difendersi vuol dire che c’è qualcosa che non funziona nelle nostre democrazie”.