Per celebrare i 40 anni di attività la società C.I.D.A. srl, operante nei settori dell’abbigliamento donna, con il marchio La Vie En Rose, che firma collezioni di prêt-à-porter femminile, ha presentato oggi a Villa Valguarnera Niscemi, il nuovo progetto, che prevede appunto un nuovo brand “La Vie En Rosalia”, alla presenza del vice sindaco Fabio Giambrone, di Patrizia Di Dio, amministratore delegato di C.I.D.A. srl, e Stefania Di Dio, socia e responsabile “prodotto” e ufficio stile.
La prestigiosa sede istituzionale e altamente simbolica per Palermo, Villa Valguarnera Niscemi, è stata scelta per la presentazione del nuovo progetto imprenditoriale perché alla città, a Palermo e alla Sicilia, è dedicato questo nuovo progetto.
La nuova capsule collection La Vie En Rosalia, della collezione La Vie En Rose, ha una forte connotazione di sicilianità, per valorizzare il “mood” Sicilia, l’artigianalità e la tradizione siciliana con le stampe esclusive, appositamente create, e l’immagine della nostra terra, la cui tradizione e cultura sono sempre più apprezzate nel mondo e dai turisti. L’ispirazione di questo nuovo progetto stilistico e aziendale nasce da Palermo dalle sue bellezze insite nel nostro territorio: la natura, l’arte, le radici e i simboli, popolari e culturali, la sua religiosità. Una bellezza non fine a se stessa, ma motore di sviluppo.
LA VIE EN ROSALIA
Il nuovo progetto è una “capsule collection” inserita in collezione, da promuovere nei mercati esteri, on line, con una forte caratterizzazione della tradizione, della cultura siciliana. Stampe esclusive, appositamente create e ispirate dalla Sicilia e ai suoi simboli sempre più apprezzati nel mondo e dai turisti. Con La Vie En Rosalia l’obiettivo è quello di esaltare le icone e i simboli del patrimonio culturale e popolare declinandoli in chiave moderna e “fashion”.
Con la scelta del nome, Rosalia, l’azienda celebra uno dei massimi simboli della nostra città, la Santuzza, la Santa Patrona di Palermo, la liberatrice dalla peste, la donna suscitatrice di speranza, di voglia di ripresa, di rinascita, di nuova vita che prevale sulla morte, di liberazione la grande santa, venerata dai palermitani e non solo. Chi meglio della Santuzza rispecchia la città di Palermo? Quale marchio migliore si poteva dare alla nuova capsule collection? Che siano le stesse donne siciliane, le turiste o altri operatori della moda nel mondo, a valorizzare i nostri simboli.
“Siamo qui oggi – dice Patrizia Di Dio – partendo dal nostro ieri. Presentiamo La Vie en Rosalia come novità. Ma il nuovo ha un volto antico. Perché La Vie en Rose, in qualche modo, ha anticipato La Vie en Rosalia. Un progetto di amore per la nostra terra e la sua bellezza. Nel volere mettere nel mercato un business che esprime un sentimento di amore per la nostra terra, sconfiggendo degrado e rassegnazione, suscitando in tutti i modi possibili rinascita e bellezza. Con questo nuovo progetto non miriamo “solo” a vendere “prodotti”, bensì “significati”, a far innamorare della nostra terra e delle sue bellezze i siciliani e non solo”. Il nostro desiderio – spiega Patrizia Di Dio, amministratore delegato di C.I.D.A. – è quello di valorizzare il “mood Sicilia”, sempre più apprezzato in Italia e nel mondo, esaltando le bellezze artistico-culturali che il nostro territorio offre. Con La Vie en Rosalia miriamo a contribuire a parlare della Sicilia e della sua bellezza. Bellezza della natura, bontà dell’eno-gastronomia, fascino storico-culturale e tradizione dei saperi e dei mestieri. Oggi – aggiunge – siamo consapevoli che la bellezza non è fine a se stessa, ma produce valore e muove sviluppo. I tempi sono finalmente maturi per poter affermare il nostro orgoglio nei confronti della Sicilia, di cui non avevamo adeguata consapevolezza della sua grandezza e della sua importanza. Anche l’impresa ne prende spunto”.
“Le fantasie dei tessuti utilizzati per la realizzazione dei capi – dice Stefania Di Dio – sono esclusive e caratterizzate dai colori e dalle icone della tradizione siciliana. Le fantasie “maiolica” rievocano le classiche ceramiche della tradizione popolare e dei palazzi della nobiltà. Tutti gli accessori sono realizzati artigianalmente ed ogni pezzo è unico e diverso dall’altro. Decorazioni barocche colorate, nappine, coralli e pietre dure impreziosiscono ogni accessorio richiamando le icone della tradizione siciliana. Ispirata allo splendore dei palazzi aristocratici siciliani; in essi ricche decorazioni si fondono dando vita ad un’immagine opulenta, magnifica e sfarzosa”.
LE STAMPE ESCLUSIVE DEI “MOOD” SICILIA
Le fantasie dei tessuti utilizzati per la realizzazione dei capi sono esclusive, tratte dai colori e dalle icone della tradizione siciliana. Quelle in maiolica, per esempio, rievocano le classiche ceramiche della tradizione popolare e dei palazzi della nobiltà. Quelle damasco richiamano lo splendore delle tappezzerie dei palazzi aristocratici siciliani, quelle barocco fondono ricche decorazioni aristocratiche in una combinazione opulenta, magnifica e sfarzosa come il periodo a cui sono ispirate. Quelle arabesque riflettono l’influenza che, dopo più di mille anni, la dominazione araba continua ad avere nei segni e nei colori della Sicilia. Grande spazio non si poteva poi non dare alla natura siciliana, lussureggiante e unica, dove si incrociano piante e colture di luoghi dai climi diversi e del nostro meraviglioso mare.
VESTE GRAFICA DEL LOGO LA VIE EN ROSALIA
Nella realizzazione del logo è stato deciso di reinterpretare la tradizionale ruota siciliana, rileggendola in chiave moderna, con la convinzione che tradizione ed innovazione debbano camminare di pari passo. Il logo del marchio raffigura una ruota; la scelta, in questo caso, può essere ricondotta a tre ordini di ragioni: la ruota è idealmente elemento tipico del patrimonio popolare siciliano, è il carretto siciliano sfarzosamente decorato, sia nella struttura centrale che nelle ruote, con i tradizionali colori rosso, blu e giallo. Peraltro, durante il festino di Santa Rosalia, la Santuzza, attraversa la città sul carro e anche qui si ritrova l’assonanza con la ruota. Inoltre, la ruota rispecchia l’idea del movimento, quindi lo sviluppo economico.
MOOD
I primi 4 “mood” vengono declinati in tanti modelli: abiti, pantaloni, casacche, accessori. L’attività è il “pret a porter”, quindi, durante tutta la stagione inseriremo nuove proposte di stampe e stilistiche.
I NOSTRI PRIMI 40 ANNI…MA SONO QUASI 100
Oggi la famiglia Di Dio, con le collaboratrici e i collaboratori, vuole condividere un altro bel momento che dà ancora più significato a questo progetto. Quest’anno ricorrono i primi 40 anni dell’azienda. Era marzo 1979 quando il fondatore, Nicola Di Dio, costituì la società Cida. Di fatto, però, continuando un’attività iniziata nel 1965. Con la moglie Franca, Nicola portò avanti l’azienda coinvolgendo in seguito anche i figli. Oggi Patrizia e Stefania Di Dio continuano sulla strada avviata dai genitori. Ancora oggi, Nicola Di Dio è in azienda e Patrizia e la sorella Stefania dedicano questo nuovo progetto proprio ai genitori Nicola e Franca, genitori e imprenditori, dai quali hanno imparato a fare impresa e ai quali devono quello che sanno fare. Il destino dell’attività della famiglia Di Dio parte ancora da più lontano degli stessi anni ‘60 quando iniziò Nicola. La storia parte fin dai primi anni ’20. A raccontarla è Patrizia Di Dio: “E’ una storia, che sembra la sceneggiatura della storia di una famiglia del Sud. Nostro nonno materno nasce a Pettineo, in provincia di Messina nel 1913. A 10 anni comincia a lavorare in una piccola bottega del paese dove si vendevano stoffe, prodotti di merceria con accanto la sartoria, dove apprende il mestiere di sarto. Continuerà a svolgere la sua attività di sarto insieme con i fratelli e farà anche da insegnante sarto ai ragazzi del paese. A causa delle emigrazioni interne verso i poli industriali del Nord e la scarsissima rendita dei prodotti agricoli, il lavoro artigianale in un paese rurale non aveva più clienti o quasi. Così, il nonno trasferì la famiglia a Palermo dove continuò l’attività di sarto. Nel 1964 i nostri nonni Michele e Maria si trasferirono a Modena, dove realizzarono un laboratorio artigianale conto terzi, cosiddetti “facon”, fino a metà degli anni ‘70. Sfruttando la sua abilità di sarto, nostro nonno creava i modelli base da sviluppare nelle varie taglie per le quali creava su carta i disegni di base per il taglio sul banco e per la produzione in serie. Prima per conto di un paio di ditte di Modena e Reggio Emilia (nascente galassia Max Mara), ma svolse l’attività artigianale conto terzi anche per aziende di Perugia e Nonantola. La ditta artigianale di produzione di abbigliamento femminile a Modena si chiamava GEMAR – acronimo di Gentile Maria, nostra nonna a cui era intestata l’azienda. Mio nonno Michele concluse la sua attività nel campo della moda a Modena, dopo circa un cinquantennio, guerre a parte. Raccontiamo questa storia perché riteniamo che sia una storia tipica di emigrazione, di talenti del Sud costretti a migrare.
Durante le mie vacanze a Modena, dove amavo trascorrere qualche settimana finite le scuole, nel laboratorio dei miei nonni, con gli scampoli delle lavorazioni, facevo i vestiti delle barbie che vendevo alle amichette di Modena. Il nostro destino parte già da li. Racconto una storia di riscatto perché siamo riusciti a rimanere, a impiantare qui l’azienda, e dal profondo Sud a far lavorare conto terzi i laboratori artigianali del Nord. Un tempo, un abile sarto del Sud lavorava per le aziende di moda del Nord. Noi adesso siamo un’azienda di moda del Sud che fa lavorare piccoli laboratori artigianali. Un’inversione di tendenza che abbiamo voluto raccontare per celebrare la nascita del nostro nuovo progetto, dei nostri primi 40/100 anni di storia imprenditoriale e familiare.