Movimento 5 Stelle nella bufera a Palermo, dopo il servizio andato in onda domenica sera a Le Iene, il programma di Italia 1 che ha svelato gravi irregolarità sulla raccolta delle firme in occasione delle elezioni amministrative del 2012 a Palermo. Un ben guaio per i grillini dopo la kermesse Italia 5 Stelle, alla presenza di Beppe Grillo, del Foro Italico, a Palermo, sabato 24 e domenica 25 settembre.
La grana non è cosa da poco e certamente influirà su quelli che sono tutti gli sforzi che il movimento di Beppe Grillo sta facendo per conquistare Palermo, dopo aver vinto le elezioni di Torino, con Chiara Appendino, e quelle di Roma, con Virginia Raggi. La marcia dei pentastellati, dichiarati assertori di legalità ed onestà, su Palazzo delle Aquile si preannuncia improvvisamente complicata, mentre le Comunarie sono ancora in corso per verificare i 122 candidati che dovranno sostenere l’esame del web per essere candidati al Consiglio comunale e alla carica di sindaco di Palermo.
La denuncia è arrivata a Le Iene da un anonimo da qui è scattato il servizio inchiesta di Filippo Roma che dura quasi venti minuti. Per presentare la lista del M5S, alle amministrative 2012, sono state raccolte le firme necessarie, ma il problema è sorto quando è stata verificata la città di nascita di uno dei firmatari, Giuseppe Ippolito, che non è nato a Palermo, così come era scritto nel foglio, ma a Corleone. A questo punto, non era più possibile richiamare coloro che avevano sottoscritto la lista. Dunque, l’idea di ricopiare e falsificare circa duemila firme.
Anche se gli sforzi di quattro anni fa non servirono a nulla in quanto il movimento non superò la soglia di sbarramento del cinque per cento per l’ingresso in Consiglio, fermandosi al 4,2%. Il candidato sindaco era Riccardo Nuti, oggi deputato nazionale, che nella corsa a Palazzo delle Aquile raccolse il 4,9% e che per uno 0,1% restò fuori anche da Sala delle Lapidi, nonostante le 3.288 preferenze raccolte come consigliere comunale.
A confermare i fatti sulle presunte irregolarità nella raccolta delle firme, ai microfoni de Le Iene, è uno degli attivisti del meet-up del capoluogo, il professore Vincenzo Pintagro, che da candidato al Consiglio con i grillini prese 72 voti. “Ho trovato due persone che stavano ricopiando duemila firme”, ha rivelato a Filippo Roma de Le Iene, aggiungendo anche di aver denunciato tutto e di essere stato anche interrogato dalla Digos. Ma a ribadire la questione con una ulteriore conferma sono Francesco Vicari, ex attivista del M5S a Palermo sentito dalla Digos, “le firme raccolte non erano tutte autografe. Ho visto degli attivisti che avevano dei fogli con le firme e fogli in bianco. Lascio immaginare a voi e sono stato mandato fuori dalla stanza”. Conferma anche da Fabio D’Anna, ex attivista M5S, che ha appreso da un amico la storia.
“Ci fu un errore formale legato alla località di nascita di uno dei candidati – ha detto Pintagro -. Sul modulo di raccolta firme era stata riportata una città diversa da quella reale”. Dunque, secondo Pintagro, l’escamotage di “ricopiare duemila firme”, che erano state regolarmente raccolte apposte su altri moduli che sarebbero finiti poi al Comune di Palermo per la presentazione della lista M5S. “Hanno fatto questo per paura di essere esclusi”, ha detto il professore Pintagro, che ha rivelato anche i nomi delle due persone che avrebbero copiato le firme: la deputata nazionale Claudia Mannino e Samantha Busalacchi, attuale collaboratrice del Movimento 5 Stelle al gruppo parlamentare, una delle quali ideatrice del simbolo del meet up di Palermo, quindi esperta disegnatrice e grafica.
Samantha Busalacchi, nel 2012 era candidata a Sala delle Lapidi ed ebbe appena 96 voti. Attivista dal primo giorno, è pronta a ricandidarsi ed è stata indicata come uno dei possibili volti del movimento per la carica di sindaco. ma come è noto, a Palermo il M5S su questa questione è diviso e già qualcuno sussurra che la mossa è servita proprio a bruciare l’eventuale candidatura della Busalacchi. In questo momento, c’è una guerra intestina tra le diverse anime dei grillini sulla questione sindaco di Palermo. Si parla di Ugo Forello, di Adriano Varrica, insomma sono tanti i nomi, e si era parlato anche della Busalacchi.
“Questa storia è nata e morta lì – ha affermato Samantha Busalacchi ai microfoni de Le Iene – perché non era vera. Alcuni attivisti che erano stati allontanati si sono inventati questa storia, ma non è così. Non è vero”. la Busalacchi in un primo momento aveva detto a Filippo Roma di essere pronta anche ad un confronto con il professore Pintagro, ma poi si è tirata indietro. Non ha voluto rispondere Claudia Mannino.
Filippo Roma ha mostrato in tv “cinque moduli originali” della raccolta delle firme a sostegno dei candidati del Movimento del 2012 e grazie ad Antonella Monastra, consigliere comunale del Pd, è stato fatto l’accesso agli atti per verificare i documenti presentati dal M5S quattro anni fa. E’ stato l’avvocato Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd, che ricevuto la delega dalla Monastra, a ritirare il fascicolo dopo ben due mesi dalla richiesta. Adesso, sarà fatta una perizia calligrafica per valutare se si è consumato un reato penale.