Musumeci a Pontida, se non è questione di feeling, è “questione di galateo”

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rimpasto in regione

Musumeci a Pontida, se non è questione di feeling è questione di galateo. La presenza ieri del presidente della Regione siciliana al tradizionale raduno leghista ha suscitato reazioni polemiche e una serie di ipotesi sulla futura collocazione politica del governatore e del suo movimento.

Lui, il leader di #Diventeràbellissima nell’equivoco ci sguazza e gioca a rimpiattino con chi tenta di prevedere le sue mosse. Musumeci sa il suo partito elettoralmente si gonfia di consensi quando deve giocare la partita con lui candidato di punta e che difficilmente la formula, vincente in Sicilia, può essere esportata al di là dello Stretto. Ecco perché in prossimità di appuntamenti elettorali come le elezioni politiche o le Europee si ripropone il tema della “sponda” nazionale.

Musumeci a Pontida ha stuzzicato la fantasia di tanti, ma il governatore siciliano glissa elegantemente: “Qualche mese fa mi ha invitato Giorgia Meloni alla loro festa. Sono andato ma non significa che sia diventato di Fratelli d’Italia. Ieri mi ha invitato la Lega e sono andato, è un problema di galateo. Da una vita sono al mio posto e sto bene dove sto”.

Certo un eventuale avvicinamento alla Lega di Salvini non può essere una notizia gradita agli altri partner del centrodestra, Forza Italia a Fratelli d’Italia, che alle scorse elezioni politiche aveva stretto un accordo politico-elettorale con Musumeci, mai decollato realmente. E non può piacere nemmeno al Pd, che oltre a diffondere sui social il fake dell’immagine del presidente della Regione bardato di verde con tanto di elmo vichingo e scudo padano, ha tuonato per voce di Antonello Cracolici.

L’esponente piddino è stato tra i primi a lanciare una bordata contro l’inquilino di Palazzo d’Orleans con la non tanto velata speranza di far divampare il fuoco della polemica a Palazzo dei Normanni.

“La partecipazione di Musumeci al raduno di Pontida non mi ha stupito: la destra estrema del nostro Paese si sta riorganizzando e ognuno va dove ‘si sente a casa’. Una cosa, invece, mi stupisce che ancora c’è chi, e fra questi anche Miccichè, forse fa finta di non vedere che è in corso una pericolosa deriva culturale e politica verso le forme più radicali della cultura della destra italiana. Chi si autoproclama populista lo fa per nascondere una deriva estremista” – ha attaccato Cracolici -.  “In questo contesto il Movimento 5 Stelle corre il rischio di trovarsi presto in un cortocircuito: sostenere Salvini a Roma ed essere in contrapposizione a chi è sostenuto da Salvini in Sicilia. Non sarà facile superare questa contraddizione – conclude Cracolici – a meno che non aprano in tempo gli occhi e fermino, anche dalla Sicilia, quella che considero la deriva più minacciosa per l’Italia”.

Dal canto suo Nello Musumeci prende tempo. Sa che per assecondare le ambizioni dei suoi deve giocare credibilmente un ruolo nazionale in vista delle prossime Europee, dove lo sbarramento al 4 per cento rende improba l’impresa in solitaria. Una scelta, quindi, si impone. “Come abbiamo fatto alla vigilia delle politiche ed il congresso scelse di fare una alleanza elettorale con Fdi, terremo un congresso subito dopo l’estate per decidere assieme con gli iscritti cosa si dovrà fare” – è la risposta di oggi chi gli chiede quale sarà lo rotta di #Diventeràbellissima.