Musumeci e Sgarbi fumano il calumet della pace. Dopo gli attacchi feroci e le battute salaci riservate dall’ormai ex assessore al presidente della Regione, il critico d’arte annuncia di avere fatto un passo indietro e si rimangia tutto.
Anche se, da personaggio imprevedibile e vulcanico qual è, Vittorio Sgarbi anche nel giorno della pace e del Venerdì Santo non riesce a limitare le sue provocazioni. “Per il Presidente Musumeci gli assessori regionali sono degli impiegati che vanno in giunta. Riunioni di governo che durano anche quattro o cinque ore, che sono noiosissime e inutili” – ha dichiarato all’agenzia di stampa Adnkronos nello stesso momento in cui annunciava la cessazione delle ostilità.
“Lui considera l’assessore un impiegato – ha sottolineato – ma che ci vado a fare in giunta che dura quattro ore, tempo sprecato. Lui, invece, vede in quelle riunioni fiume la sacralità del ruolo dell’assessore. Io sono andato quattro volte in tutto. In una riunione Musumeci ha litigato con Figuccia, in un’altra abbiamo parlato per quattro ore. Insomma, non mi sembrava così essenziale che io fossi presente. Per lui l’assessore è uno come Cordaro che sta lì per quattro ore…”.
Comunque nell’annunciare la riappacificazione con Musumeci, Sgarbi ha dato atto al governatore di essere una persona “corretta”, al punto da avergli proposto, dopo l’uscita dalla giunta regionale, di affiancarlo comunque come consulente. Insomma, Musumeci e Sgarbi probabilmente continueranno a lavorare insieme, chissà se l’esuberante critico d’arte riuscirà a limitare le sue uscite provocatorie.