Norma su decadenza dei sindaci per i bilanci non approvati: il governo Crocetta presenta all’Ars la proposta

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rosario crocetta

Norma su decadenza dei sindaci per i bilanci non approvati: il governo Crocetta ha presentato all’Assemblea regionale siciliana la sua proposta. Sul tema giovedì era andata in scena la protesta dei sindaci che avevano strappato a Regione e Ars l’impegno alla soppressione della norma.

Il presidente della Regione si è poi riunito con la Commissione Affari istituzionali che ha raggiunto l’intesa sul merito, ha informato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. L’Aula va avanti in modo abbastanza improduttivo tra battute d’arresto continue, nonostante sempre giovedì si fosse raggiunto ad un accordo condiviso su metà delle norme. Sala d’Ercole si è incartata, in particolare, sull’articolo 13, la delicata norma che riguarda la costituzione del patrimonio immobiliare con il Fondo pensioni della Regione, contestata dalle opposizioni e in particolarmente dal Movimento 5 stelle.

L’effetto della norma sarebbe quello di imporre al Fondo di acquisire subito beni per 177 milioni di euro appartenenti a un Fondo immobiliare (Fiprs – Previos) di cui la Regione è proprietaria al 35%, al 32,62% Trinacria Capital (Intesa, Unicredit, Natixis), al 32,38% Sicilia Investimenti (Intesa e Unicredit). In questo modo secondo Dario Matranga e Marcello Minio, segretari generali del Cobas/Codir, si consente anche “agli altri soci privati (istituti bancari) di-árealizzare-á immediatamente a scapito del Fondo pensioni che avrebbe l’obbligo dell’acquisto”.

Contestualmente, si vogliono “rifilare” altri 177 milioni di euro di presunto valore di altri beni immobili in sostituzione delle rate da 59 milioni di euro da dovere versare al Fondo Pensioni per gli anni 2017, 2018 e 2019 come versamenti previdenziali dovuti nella qualita’ di datore di lavoro e derivanti dalle trattenute effettuate mese dopo mese nelle buste paga dei lavoratori. “Quali interessi si possono nascondere dietro questa maxi-operazione finanziaria che, se andasse in porto, distruggerebbe il Fondo Pensioni dei lavoratori regionali?”, è la domanda del sindacato. Perché il governo regionale “insiste così tanto nel portare a buon fine questa operazione di vera e propria pirateria finanziaria/previdenziale?”.

Il Fondo Pensioni si era già espresso negativamente – attraverso i propri organismi – nei mesi scorsi sul piano degli investimenti immobiliari che adesso si vuole imporre attraverso una legge regionale che si ritiene incostituzionale e che andrebbe “contro lo stesso indirizzo del governo nazionale che invita la stessa Inps a fare con urgenza il piano di disinvestimento dei beni immobiliari tanto da prevedere anche una norma di legge che aiuti ad attuare la vendita dei beni immobili”. A questo quadro si deve aggiungere che il governo regionale ha bloccato, di fatto, la ricostituzione del Consiglio di indirizzo e vigilanza già scaduto da alcuni mesi, non provvedendo a quanto previsto dalla Legge 19/2008 che assegna anche ai sindacati poteri di vigilanza sull’organizzazione e sulla gestione del fondo pensioni proprio attraverso l’organo di vigilanza. (AGI)