Omicidio di Giovanni Manzella, si indaga sul mondo degli spacciatori

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Contrasti nel mondo dello spaccio di droga dietro l’omicidio di Giovanni Manzella, 34 anni di Falsomiele. L’uomo aveva precedenti per furto e violente rapine in villa, ma gli investigatori della squadra mobile si stanno concentrando sull’ambiente dedito alla vendita di stupefacenti.

Giovanni Manzella è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa, nella notte tra domenica e lunedì nei pressi del carcere di Pagliarelli, in via Gaetano Costa, vicino lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Una esecuzione vera e propria che fa pensare a un killer esperto. Gli investigatori – con i magistrati – hanno sentito alla mobile parenti e conoscenti della vittima.

Sposato e padre di due figli, di cui uno nato a gennaio, Manzella si sarebbe allontanato da casa intorno alle 23, senza dire alla moglie la destinazione. Sarebbe stata la coniuge stessa a indirizzare investigatori e inquirenti verso la pista dello spaccio di stupefacenti. Nel pomeriggio sono state sentite altre persone, mentre si cercano ulteriori elementi da immagini di impianti di videosorveglianza – anche se la zona dell’omicidio è abbastanza isolata – e dall’analisi dei tabulati del cellulare della vittima.

Manzella aveva precedenti per furto e rapine, ma la sua morte sarebbe stata decisa nel mondo dello spaccio. Il pregiudicato potrebbe essersi messo a vendere cocaina in proprio, sottraendosi al controllo del grosso giro. Una sorta di “cane sciolto”, dunque, che avrebbe pagato con la vita la sua “intraprendenza”. A parlare dell’attività di spaccio dell’uomo sono stati i familiari, sentiti per ore dagli inquirenti.

In famiglia più volte Manzella avrebbe avuto scontri proprio per la scelta di dedicarsi alla vendita della droga. Gli inquirenti – l’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Ennio Petrigni – hanno acquisito i tabulati del cellulare di Manzella e stanno visionando le videocamere della zona per capire se il killer si sia allontanato in auto. A dare l’allarme è stata una donna che ha sentito lo sparo e una macchina che scappava velocemente dalla zona.

“C’è grande preoccupazione per l’escalation di violenza con tre morti uccisi a colpi di pistola”, dicono i magistrati palermitani, che stanno indagando a tutto campo, senza escludere nulla. E’ il terzo omicidio in pochi giorni a Palermo. La settimana scorsa due persone, padre e figlio, sono state uccise allo Zen: il killer si è poi costituito. Una recrudescenza violenta che preoccupa non poco gli investigatori.