Eccole, le sequenze cruciali: sono quelle riprese dalle telecamere di videosorveglianza del bar dello Zen in cui domenica mattina è scoppiata la rissa tra uno dei nove fratelli di Franco Mazzè (che sarebbe stato ucciso poco dopo) e Fabio Chianchiano, uno dei due uomini fermati per i due agguati di domenica scorsa.
Il video mostra un uomo con occhiali da sole e giubbotto scuro entrare con disinvoltura nel bar, già piuttosto affollato, salutare alcuni conoscenti e poco dopo innescare una violenta lite con un’altra persona (il fratello di Mazzè). I due passano rapidamente alle mani sotto gli occhi dei tanti avventori presenti nel locale.
Immagini nitidissime, e dunque preziose per gli investigatori alle prese con le indagini sull’omicidio del pregiudicato 46enne. Ma non le uniche: altre riprese determinanti per arrivare alla svolta (e ai due fermi) sono quelle catturate da un’altra telecamera, quella piazzata in strada nei pressi dell’abitazione di Michele Moceo, amico intimo di Mazzè.
In questa seconda sequenza si vede distintamente un’auto di colore blu scuro accostare al marciapiede: dalla vettura scende un uomo che spara diversi colpi di pistola contro la porta di casa di Moceo prima di allontanarsi in fretta. La persona inquadrata dalla telecamera indossa gli stessi indumenti di Chianchiano, e usa l’unico accorgimento di tenere sollevato sulla testa il cappuccio del giubbino. Stratagemma che però non è sufficiente a evitare l’identificazione.
Tra le due sequenze c’è solo un breve intervallo di tempo. Ed è proprio allora che viene ucciso Franco Mazzè. L’uomo, secondo quanto riferito da Michele Moceo, si sarebbe messo in moto insieme all’amico per andare a cercare Chianchiano ma nel frattempo sarebbe stato intercettato dai due killer che gli hanno sparato in strada uccidendolo.
Fabio Chianchiano, del resto, avrebbe già confessato durante l’interrogatorio per la convalida del fermo: davanti al Gip avrebbe ammesso il suo ruolo in entrambi gli episodi. Si è avvalso invece della facoltà di non rispondere il presunto complice Stefano Biondo. Secondo la Procura dietro l’omicidio ci sarebbero contrasti per il controllo del mercato della droga nella zona.