Operazione H24 Evolution, intercettato il “call center” della cocaina

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Nel corso delle indagini sfociate nell’operazione H24 Evolution, è stato scoperto un efficiente call center della droga.

I pusher, come emerge dall’inchiesta, erano reperibili al cellulare 24 ore su 24 per soddisfare le richieste dei clienti. Anche in piena notte. C’erano i “motivatori” che spingevano gli spacciatori a cercare sempre nuovi clienti ed evitare che, non rispondendo alle richieste, questi potessero cercare la droga da altre organizzazioni.

Uno di loro, Michele Calaio, arrestato oggi, era stato rimproverato aspramente da Antonio Napolitano, anche lui nella banda, perché alle 4 di notte non aveva risposto alle richieste del cliente. Anzi per evitare i controlli aveva cancellato messaggi e chiamata. Napolitano, che aveva ricevuto le lamentele dall’acquirente, aveva rimproverato aspramente Calaio.

Nel corso delle indagini gli agenti hanno ascoltato anche la storia di Ernesto Gulotta, accusato di avere preso dei soldi all’organizzazione. Alla fine dell’inchiesta interna svolta dalla banda è emerso che Gulotta non si era intascato nulla. Ma per il solo sospetto era stato picchiato, come esempio per tutti.

A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’era Giuseppe Vallecchia. Secondo quanto emerso nelle intercettazioni avrebbe controllato le attività dal carcere. Avrebbe conquistato il ruolo di vertice grazie alla parentela con Fabio Chiovaro, boss della Noce. Vallecchia è il fidanzato della sorella.

“L’operazione di oggi – spiega Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo – è la prosecuzione di quella che nel 2017 aveva portato in carcere diversi pusher sempre alla Zisa che rifornivano decine e decine di assuntori anche a casa. Il sistema anche in questo caso era basato su due bande che riuscivano a consegnare la cocaina a una serie di clienti assidui. Ogni pusher aveva dei cellulari con dei numeri e guadagnava circa 800 euro a settimana”.

Trait d’union tra l’operazione del 2017 e quella di oggi è rappresentato dalla presenza di Danilo Biancucci. “In casa sua si svolgevano le riunioni – dice Agatino Emanuele capo della narcotici – e in alcuni casi in queste riunioni si motivavano i pusher a guadagnare sempre di più. Durante la riunione uno dei motivatori disse al pusher che se si fosse impegnato avrebbe potuto guadagnare 800 euro a mattinata”.