Altri quattro arresti nell’ambito dell’operazione Scorpion Fish condotta dai militari della guardia di Finanza. Gli uomini del Gico di Palermo e della compagnia di Marsala, su provvedimento emesso dalla Dda del capoluogo hanno fermato due tunisini e di due italiani, accusati di associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
Le indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi e i sostituti Calogero Ferrara, Federica La Chioma e Claudia Ferrari, dopo che il Gip ha disposto la rinnovazione di tutte le misure cautelari già emesse, lo scorso 6 giugno, quando scattò la prima parte dell’operazione, hanno permesso di individuare e arrestare il capo e organizzatore dell’associazione a delinquere smantellata poche settimane fa – Jabranne Ben Cheikh, di 28 anni, residente a Firenze e già detenuto.
L’uomo ritenuto il promotore dei lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese attuati dal sodalizio. Ordinanza anche per un suo fidato connazionale, Tarek Ben Massoud , 29 anni, anche anch’egli attualmente recluso nella Casa Circondariale di Sollicciano. Contestualmente, è stato eseguito l’arresto di due incensurati italiani residenti a Menfi, Felice Montalbano, di 59 anni, e Pietro Bono, di 64, che avrebbero fornito alloggio e supporto logistico all’associazione criminale, adoperandosi personalmente, assieme a altri tunisini, per il perfezionamento di più traversate illecite tra la Tunisia e l’Italia.
Proprio a Menfi, nell’abitazione di uno dei soggetti arrestati in virtù dell’ultimo provvedimento, aveva trovato rifugio un tunisino elemento di spicco del gruppo criminale, arrestato, alcune settimane scorse, dopo un drammatico inseguimento sui tetti di un complesso residenziale, nel cui contesto aveva luogo l’incidente che portava al grave ferimento di un “basco verde” del Gruppo pronto impiego di Palermo.
Il Gip ha complessivamente disposto misure di custodia cautelare per tutti gli altri 13 responsabili individuati, già assicurati alla giustizia in virtù dei provvedimenti di fermo emessi dalla Procura di Palermo, eseguiti dal Gico il 6 giugno scorso.