Operazione “Servizio parallelo” contro il traffico illecito di rifiuti, cinque arresti

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Operazione “Servizio parallelo” dei carabinieri di Palermo contro il traffico illecito di rifiuti. All’alba i militari del Noe e del Comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della procura, per traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti pericolosi e non, furto aggravato in concorso e occupazione abusiva di edifici pubblici.

Cinque gli arresti domiciliari e dodici altri indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Numerosi i decreti di perquisizione e sequestro nei confronti di pregiudicati palermitani attivi in modo organizzato nella raccolta, nel trasporto, stoccaggio, riduzione volumetrica e smaltimento finale di rifiuti urbani e speciali, anche di natura pericolosa.

Ai principali indagati, dipendenti della Rap, è stato contestato il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e solo ai primi i reati di furto aggravato in concorso e occupazione abusiva di edifici pubblici. Invece, a tutti gli amministratoti legali e di fatto delle imprese che, nel periodo oggetto di investigazione (novembre 2018-maggio 2019) avevano richiesto interventi di trasloco e sgombero, la procura contesta il reato di attività di gestione rifiuti non autorizzata.

Quantificato un traffico illecito di oltre mille tonnellate di rifiuti, di tipo ingombrante e speciale, che, anziché essere avviati ad attività di recupero, sono stati disseminati sul territorio “tal quali” oppure ridotti di volumetria e collocati nei cassonetti dei rifiuti solidi urbani, con una media di 10 movimentazioni giornaliere con circa 70 quintali di rifiuti “a viaggio” e un profitto pari a circa 150 mila euro.

Nel corso delle operazioni, i militari del Noe di Palermo hanno, inoltre, sottoposto a sequestro preventivo i magazzini ex Onpi adibito a officina per il trattamento dei rifiuti; 4 veicoli utilizzati per il trasporto dei rifiuti, per complessivi 1,5 milioni di euro.

I provvedimenti traggono origine da una complessa attività investigativa sul fenomeno dello smaltimento illecito di rifiuti ingombranti e pericolosi nel quartiere palermitano di Partanna Mondello, provenienti soprattutto da sgomberi di appartamenti, intensi specie nella stagione estiva.

Le indagini sono state condotte anche con l’ausilio di mezzi tecnici e avviate nel mese di novembre 2018, a seguito di un esposto da parte di un amministratore locale, nel quale era descritto lo stato di grave degrado ambientale rilevato nella circoscrizione per la presenza di ingenti quantitativi di rifiuti urbani ingombranti e rifiuti speciali, anche di natura pericolosa.

E’ stata così documentata l’esistenza di una vera e propria continuativa attività organizzata di raccolta, trasporto, lavorazione e, infine, abbandono e smaltimento di rifiuti ingombranti, pericolosi e non, da parte di due distinti gruppi con a capo due persone diverse, che si occupavano dell’attività di trasloco straordinario nel palermitano, su richiesta di privati o imprese, in assenza delle necessarie autorizzazioni nonché della minima osservanza delle prescrizioni in materia, con conseguente abbandono dei rifiuti all’interno o nei pressi dei cassonetti di via Pandora, a Partanna Mondello.

Le bande disponevano di mezzi e strumenti per la riduzione volumetrica degli ingombranti, predisposti dai cinque principali indagati presso i locali del magazzino ex Onpi di Palermo nonché dalla collaborazione di alcuni operatori della Rap, partecipata comunale che gestisce il servizio della raccolta, incaricati dello svuotamento dei cassonetti in via Pandora, i quali, puntualmente, provvedevano a smaltirli nell’autocompattatore.

L’attività era partita da una richiesta di recupero a domicilio dei rifiuti, per lo più ingombranti, presso le abitazioni da parte di privati o presso le sedi di cantieri e imprese private da parte dei responsabili, sempre dietro pagamento di una somma di denaro ai traslocatori. I rifiuti così recuperati venivano poi trasportati presso l’officina creata ad hoc nei locali del magazzino ex Onpi di Palermo, dove, con un impianto alimentato da energia elettrica rubata, venivano separati, ridotti di volume e frammentati, per poi essere conferiti nei cassonetti di via Pandora, al fine di consentirne il recupero da parte di compiacenti operatori della Rap (sempre la stessa squadra composta da tre persone) talvolta “soccorsi” dagli indagati per riparare l’autocompattatore danneggiato e messo fuori uso proprio dal caricamento dei rifiuti ingombranti.

Il triturato veniva poi conferito nella discarica di Bellolampo, non idoneo a ricevere sia rifiuti ingombranti sia di natura pericolosa, per lo più costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, e rifiuti speciali.

Questi i cinque indagati finiti agli arresti domiciliari: Filippo Picone, di 52 anni; Vincenzo D’Anna, di 37 anni; Giovanbattista Misuraca, di 37 anni; Antonino Guadagna, di 33 anni; Giovanni Mercurio, di 40 anni. I cinque sono tutti residenti a Palermo.