Palermo: 15 famiglie senza casa occupano l’ex Hotel Elena sequestrato alcuni giorni fa

La struttura ricettiva appartenente all'ex magistrato Giusto Sciacchitano è stata sottoposta a febbraio ad un sequestro giudiziario. Le famiglie occupanti, con 20 minori al seguito e una persona con disabilità mentale, arrivano da Ballarò, da corso dei Mille e da Brancaccio

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Quindici famiglie senza casa con forte disagio economico da due settimane hanno occupato i due piani dell’ex hotel Elena di piazza Giulio Cesare, dopo che è stato sequestrato dalla polizia municipale per alcune irregolarità nella gestione dell’affitto delle camere, rivelata in una puntata de Le Iene.

L’Hotel Elena è di proprietà dell’ex magistrato Giusto Sciacchitano. Le famiglie occupanti, con venti minori al seguito e una persona con disabilità mentale, arrivano da Ballarò, da corso dei Mille e da Brancaccio. Alcune vivevano in auto o in case molto vecchie da cui avevano già ricevuto uno sfratto. Alcuni nuclei familiari sono iscritti nelle liste dell’emergenza abitativa, altri non lo sono per un problema burocratico perché, non avendo più una residenza, non possono accedere alla graduatoria e ad altri servizi di assistenza sociale.

Attualmente a Palermo ci sono 14 ampie strutture pubbliche, chiuse da anni, che sono state occupate da centinaia di famiglie. Inoltre, secondo gli ultimi dati aggiornati ad agosto 2017, le famiglie iscritte nella lista in emergenza abitativa sono 2.200.

“Le famiglie non hanno soltanto il problema della casa ma anche quello molto forte della povertà. Sono consapevoli di trovarsi in un immobile non loro che stanno rispettando e curando senza arrecare alcun danno. Sono disponibili nello stesso tempo a confrontarsi con il Comune – dice Tony Pellicane, portavoce del Comitato di lotta per la casa 12 Luglio – affinché trovi le strade per farle uscire dallo stato in cui si trovano per mancanza di lavoro e casa. Due giorni fa insieme ad una rappresentanza delle famiglie abbiamo incontrato l’assessore Giuseppe Mattina, di cui apprezziamo la disponibilità per cercare una soluzione. L’assessore e il vicesindaco hanno incontrato i proprietari dell’immobile sottoposto a sequestro per capire come muoversi. Si sta cercando di capire se i proprietari vogliono raggiungere un accordo riguardo l’uso delle stanze da parte delle famiglie. Al Comune, intanto, è stato fornito l’elenco delle famiglie per le quali – in relazione al loro quartiere di provenienza – con la circoscrizione si provvederà intanto a capire se possono avere diritto a dei sussidi e ad altre forme di accompagnamento all’autonomia”.

“Quello che manca comunque in città, e la nostra ultima richiesta insieme ai sindacati risale ad alcuni mesi fa, – sottolinea ancora Pellicane – è la convocazione di un tavolo interistituzionale sull’emergenza abitativa presieduto dal prefetto di cui dovrebbero entrare a farne parte enti pubblici, chiesa e associazioni che seguono il tema da anni. Purtroppo non abbiamo mai ricevuto dalla prefettura nessuna risposta”.

“Non abbiamo toccato nulla di quello che abbiamo trovato e rispettiamo l’hotel Elena e il luogo in cui ci troviamo – dice la signora Daniela Iannusa di 46 anni -. Vogliamo dialogare con il Comune. Siamo qua per necessità: stavamo in una vecchia casa di due stanze di Ballarò piena di umidità e muffa da cui avevamo pure ricevuto lo sfratto. Mio marito per farci vivere fa dei lavoretti nei mercatini ma non basta per andare avanti. Io facevo la badante ma adesso non faccio più nulla e abbiamo pure una figlia che soffre di asma con il 73% di invalidità”.

Gabriele Ventura, di soli 22 anni, con la sua compagna al nono mese di gravidanza spera di avere un futuro diverso. “Ho provato a cercare lavoro ma non ho trovato nulla – racconta -. Ho fatto volantinaggio e anche il cameriere ma per adesso è un brutto periodo. Vorremmo che il Comune ci desse un piccolo aiuto, soprattutto adesso che avremo un bambino. Per noi questa è una sistemazione provvisoria e se ci dessero un’alternativa ce ne andremmo”.

“Fino al 1992 lavoravo come muratore poi tutto è cambiato – dice Antonio Marguglio, di 50 anni -. Vivo solo alla giornata di piccoli lavori ma che non permettono certo di pagare un affitto per una casa dove fare vivere la mia famiglia con tre figli. Chiediamo soltanto di sapere come possiamo uscire da questa situazione di disagio. Con noi abbiamo portato in questo immobile anche una persona con disagio psichico, in terapia, che sappiamo essere completamente solo e avrebbe bisogno di un tipo di assistenza diversa”. (www.redattoresociale.it)