Corsi gratuiti di pallavolo, basket, taekwondo e inglese per realizzare una “scuola aperta” sia nel pomeriggio e da quest’anno anche il sabato mattina nei quartieri Sperone e Brancaccio, in un territorio di periferia che offre poco e niente sia ai bambini e ai ragazzi che alle loro famiglie, la quali il più delle volte non possono permettersi di iscrivere i loro figli in palestre o in scuole che insegnano discipline sportive.
A Palermo, l’Istituto Comprensivo “Sperone-Pertini” che riunisce sette plessi dalla scuola materna alla media, con oltre 1.000 alunni, nei quartieri Sperone e Brancaccio, ha deciso di combattere anche in questo modo la dispersione scolastica. E l’obiettivo è stato raggiunto alla grande: in cinque anni il tasso di dispersione scolastica è stato abbattuto dal 27,2 % al 3%.
La novità di quest’anno è proprio l’apertura anche il sabato mattina: dalle 8.30 alle 12.30, percorsi formativi gratuiti, resi possibili grazie ai fondi strutturali europei – Pon con il coinvolgimento dell’intera scuola che va dall’infanzia alla secondaria di primo grado.
Tantissime le proposte, che vanno ad aggiungersi ai moduli di inglese già avviati. I piccolissimi della scuola d’infanzia (3-6 anni) potranno scegliere tra “Ceramicando” (incontri con l’argilla), “La favola in una scatola” (interconnessioni tra la narrazione e il digitale), “Fiabe di stoffa” (aneddoti e storie sulla città di Palermo, seguendo il viaggio di una goccia d’acqua che percorre il suo ciclo attraverso il cielo, la montagna e il mare, con attività di stop-motion e la creazione di una scenografia interattiva fatta di stoffa e materiali di riuso).
Proposte allettanti anche per i bambini della primaria: “Una scuola aperta a tutti” (percorsi metacognitivi e motivazionali per potenziare il senso di auto-efficacia dei bambini), “La matematica esiste al di fuori dei libri?” (un “provocatorio” laboratorio di idee e di esperienze a partire da ciò che si ha intorno, fino alla teoria dei giochi applicando il calcolo delle probabilità e i fondamentali concetti di statistica), “Let’s have fun with english” (60 ore di inglese con una docente madrelingua: giochi e drammatizzazioni per imparare divertendosi).
Per la secondaria di primo grado: “Giochiamo con le figure” (un approccio inedito con la geometria, dal campo di calcio ai software open source), “Speaking to europe” (60 ore con madrelingua inglese, fino alle certificazioni a1 e a2), e la “chicca” del “Cantiere navale”: un’esperienza di apprendimento in cui il lavoro della costruzione della barca si affronta in maniera gioiosa ed in cui ogni aspetto ha forti rimandi con l’antica tradizione dei maestri d’ascia. Le varie fasi della costruzione si alternano con esperimenti scientifici che permettono di comprendere e sperimentare davvero le leggi e i principi scientifici: “attraverso il filtro del mare” si parla di scienze e fisica, di matematica, di geografia, di astronomia. Inoltre, attraverso la riscoperta di saperi e mestieri tradizionali anticamente presenti sul territorio, i ragazzi sono introdotti all’affascinante mondo legato al mare, ricco di storie, di cui le generazioni più vecchie ed il territorio stesso sono testimonianza.
L’Istituto “Sperone-Pertini”, peraltro, si trova nella costa sud di Palermo, una zona in cui il rapporto con il mare è cambiato moltissimo nella seconda metà del secolo scorso: una storia di privazione e censura. Ci sembra importante riaprire un discorso sul mare e i mestieri ad esso legati, con il contributo significativo delle famiglie in termini di testimonianze di un antico rapporto con il mare, ma anche in termini di desiderio e impegno da parte dei cittadini per la riappropriazione e promozione del territorio. E’ anche in questo modo che la scuola intende svolgere il suo ruolo di promozione umana, sociale, territoriale.
“Sono necessari un grande impegno da parte di tutti e uno sforzo organizzativo non indifferente per aprire la scuola al territorio ogni pomeriggio e anche il sabato mattina”, spiega la preside Antonella Di Bartolo. “Ma tutta lo facciamo tutti con gioia e convinzione, perché vogliamo essere sempre più e sempre meglio al servizio del quartiere, per poter offrire ulteriori opportunità ai nostri alunni. La scuola – aggiunge la preside – deve essere per coloro che già la frequentano, ma soprattutto per coloro che tendono ad allontanarsene, un luogo di benessere, attraente, motivante. Alla luce delle esperienze fatte in questi ultimi anni, mi sono convinta che nelle periferie delle grandi città, accanto a scenari di degrado e di povertà educativa ed economica, ed emergenze di ogni tipo, ci sono spesso le energie migliori. C’è un desiderio di cambiamento e di riscatto che diventa un’urgenza sociale. Partendo dall’osservazione e dall’ascolto di quello che definirei “un territorio con diritti speciali”, le istituzioni sono chiamate ad avere “doveri speciali”. La scuola – dice Antonella Di Bartolo – è chiamata a riconoscere le potenzialità e metterle a frutto, e contribuire a ricucire il tessuto sociale disgregato, per creare partecipazione, condivisione, cambiamento. In questo, anche l’apertura della scuola di pomeriggio e il sabato mattina per moltiplicare le opportunità e “aprire finestre” sul mondo, può giocare un ruolo importante”, conclude la preside Di Bartolo.