Palermo, Ferrandelli e Forello: “Sul piano di riequilibrio dati falsificati”

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Il piano di riequilibrio approvato dal consiglio comunale di Palermo lo scorso 31 gennaio, secondo il Ministero dell’Interno “si fonda in parte significativa su nuove entrate tributarie, oggi consentite solo dalle richiamate disposizioni eccezionali, quale l’addizionale Irpef e quella sui diritti di imbarco, per le quali non sono state acquisite ancora le necessarie deliberazioni consiliari di adozione delle stesse”. Lo scrive l’ufficio che si occupa di consulenza e studi finanza locale e consulenza per il risanamento degli enti locali dissestati del ministero.

Una istruttoria che è stata aperta in seguito alla segnalazione sulla “grave violazione del criterio di veridicità e del principio di prudenzialità nella redazione del piano di riequilibrio, sulla previsione di incremento dati di riscossione sproporzionati e sovrastimati, sulla manifesta inesattezza nel calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità, sulla mancata approvazione del bilancio pluriennale 2021-2023 e sullo squilibrio strutturale negli anni 2022, 2023 e 2024 fatta da 10 consiglieri comunali con in testa Fabrizio Ferrandelli e Ugo Forello, che oggi hanno ne rivelato ai giornalisti l’esito del Ministero dell’Interno alla presenza di Giulia Argiroffi, Cesare Mattaliano tra i firmatari dell’esposto a Roma assieme a Totò Orlando, Leonardo Canto, Francesco Bertolino, Paolo Caracausi, Dario Chinnici e Carlo Di Pisa.

Nel documento si evidenzia “complessivamente dagli atti in possesso, il piano di riequilibrio adottato, si presenta quale contenitore di misure in gran parte subordinate ad entrate nuove al momento non certe, che condizionano, di fatto, l’intero impianto del piano”.

Duro Forello che parla di “schifo di questa amministrazione che ha adottato un piano che è nulla, vale zero e che di fatto dà una bastonata alla giunta Orlando. Ci sono gravi violazioni dimostrate – aggiunge – sono stati falsificati i dati della riscossione, si diceva che sarebbe aumentata del 10%, poi dopo un anno del 15%, quindi addirittura del 20%, ma quest’anno siamo al -8% al primo trimestre, con oltre 20 milioni di euro di ulteriore ammanco. E’ imbarazzante leggere questa lettera del Ministero – ha aggiunto Forello – che in sostanza chiede come ha fatto il Comune di Palermo a presentare un piano di riequilibrio senza l’accordo con lo Stato. E’ un attacco inaccettabile all’interesse pubblico della città, siamo stati traditi da un’amministrazione ignobile che ha falsificato degli atti sulla pelle dei palermitani”.

In particolare, il Ministero denuncia la mancanza di diversi elementi per raggiungere il riequilibrio, come ad esempio: le misure dell’incremento della riscossione dei tributi locali (Tari) – del circa 10% a partire dal 2022 fino al 25% a partire dal 2024 – di cui non c’è traccia e che costituirebbero, insieme all’addizionale Irpef, uno dei due fondamentali pilastri del piano. Anzi, secondo i dati della riscossione del primo trimestre 2022, si è registrata una preoccupante flessione del -8% del tasso della riscossione, con un Gap rispetto alle previsioni del piano di 18 punti percentuali; l’approvazione della deliberazione sull’aumento dell’addizionale Irpef, la cui proposta, invece, è stata bocciato dal Consiglio Comunale; la firma dell’accordo con lo Stato che, al momento, non solo non è stato definito ma non è stato nemmeno preventivamente approvato dall’organo consiliare; il credito di 111.076.500,00 € che la partecipata Amat reclama nei confronti del Comune di Palermo, non inserito nel fondo rischi soccombenza che mina ulteriormente il sistema finanziario della città; la mancata approvazione propedeutica e necessaria del bilancio di previsione 2021-2023 e 2022-2024.

“In poche parole – attacca Forello – si parla di un piano di riequilibrio che rappresenta un contenitore vuoto, sprovvisto, come da tempo avevamo denunciato, di misure concrete, veritiere e prudenziali che avrebbero dovuto garantire l’equilibrio di bilancio”.

Nel frattempo, l’addizionale Irpef è stata bocciata dal consiglio nei giorni scorsi, l’accordo con lo Stato non è stato ancora firmato e il tasso di riscossione previsto nel 2022 dal piano è addirittura 18 punti percentuali maggiore rispetto ai dati emersi dal primo trimestre dell’anno. “Gli autori del disastro stanno nella stessa compagine di Miceli – dice Ferrandelli – Quello non è un piano di riequilibrio ma un piano di fuga, mentre Palermo è sull’orlo del baratro. Ora abbiamo il bollo certificato dal ministero”.