Palermo: giornalista e scrittrice aveva raccontato le Catacombe ai bambini, dopo tre anni il giudice annulla la multa dei vigili

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Una storia paradossale. Una storia tutta palermitana. Che però dopo tre anni di vicende giudiziarie si è risolta nel migliore dei modi. Che poi coincide anche con il buon senso. A mettere fine alla questione è stato il giudice di pace di Palermo. La protagonista della storia è Alessia Franco, giornalista e scrittrice, che mentre stava raccontando alcune favole sui Cappuccini a un gruppo di bambini della scuola elementare, era stata multata dai Vigili urbani perché scambiata per una guida abusiva. Totale mille euro.

A distanza di tre anni, il giudice di Palermo ha annullato la multa di mille euro. Una lotta giudiziaria contro quella che Alessia Franco definisce una “ingiustizia”. Alessia Franco aveva partecipato, tre anni fa, a una visita degli alunni della scuola elementare Tesauro di Ficarazzi, cittadina attaccata a Palermo, alle Catacombe dei Cappuccini, dove aveva parlato del suo libro di favole “Le Catacombe del mistero”. Contro la sanzione amministrativa dei vigili Alessia Franco aveva presentato ricorso e ora è stata depositata la sentenza con la quale vengono accolte le tesi del suo difensore, l’avvocato Anna Alfano.

Nelle motivazioni della sentenza il giudice esclude che il racconto delle storie possa configurare l’esercizio abusivo del lavoro di guida. “Sembra un fatto scontato ma ci sono voluti più di tre anni perché questa semplice verità trovasse anche un riconoscimento in sede giudiziaria”, racconta ora la scrittrice. “Quel giorno – scrive il giudice – la giornalista si trovava esso le Catacombe, di cui è anche addetto stampa, insieme alle maestre e agli alunni solo per illustrare le favole del suo libro. La visita oltretutto faceva parte di un progetto didattico ed era stata chiesta dagli stessi insegnanti”.

Le testimonianze concordi delle maestre e le modalità dell’incontro hanno portato il giudice a sostenere che ”mancano del tutto le caratteristiche peculiari dell’abuso della professione”. La giornalista, aggiunge, “non si è mai fregiata del titolo di guida turistica, non ha ricevuto alcun compenso e la visita non è stata organizzata con lo scopo di illustrare le caratteristiche culturali, storiche e artistiche delle Catacombe”. Il giudice non manca poi di sottolineare che i casi di possibile abuso vanno valutati di volta in volta, ”esaminando le singole fattispecie, altrimenti si potrebbe da un lato abusare della professione, dall’altro ci sarebbe una limitazione della libertà di espressione”.

In questo modo, trova riconoscimento il “diritto di critica, di narrazione e di commento”. “Per me si tratta della fine di un lungo incubo dai contorni kafkiani. Grazie di cuore a tutti voi, che mi avete supportata con grande generosità. E grazie a Dario Piombino-Mascali, conservatore delle Catacombe dei Cappuccini, al presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena – che con le loro lettere aperte al sindaco mi hanno dimostrato affetto e solidarietà, esponendosi in prima persona – e a Franco Nicastro, che mi ha sostenuta e mi ha dimostrato nei fatti il significato delle parole “senso civico” – dice oggi Alessia Franco – Ma confesso che è stata dura difendersi da ciò che non si è commesso, soprattutto da un punto di vista emotivo”. (AdnKronos)