Palermo: parte civile contro il racket, picchiato a sangue il titolare del “Rivendell”

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giovanni caruso

Prognosi di 20 giorni per Giovanni Caruso, uno dei titolari del disco pub Rivendell (ex Dorian), in via Rosario Gerbasi, nello storico mercato del Borgo Vecchio, picchiato a calci e pugni nelle prime ore di domenica mattina, poco prima delle 5, da tre persone, davanti la propria abitazione in viale Regione Siciliana, a Palermo.

Giovanni Caruso si trova all’ospedale Civico di Palermo dove trascorrerà la notte in attesa dell’esito della Tac. Gli aggressori lo hanno bloccato nell’androne di casa, dove era appena entrato dopo essere stato accompagnato dalla sorella, intorno alle 4. Con sé l’imprenditore, aveva anche l’incasso, una somma cospicua, che, spiegano gli investigatori, non è stata toccata. A bloccarlo sarebbero stati in tre, l’hanno costretto a uscire dall’androne e a duecento metri dal palazzo lo hanno malmenato. Giovanni Caruso è stato sentito dai carabinieri. E’ stato predisposto in raccordo con la prefettura di Palermo un sistema di protezione.

Giovanni Caruso si era costituito parte civile nel processo contro il clan mafioso del Borgo vecchio e aveva denunciato le richieste del racket delle estorsioni, dopo essere stato convocato dai carabinieri e aver ammesso di pagare il pizzo. Nel processo contro mafiosi ed estorsori l’8 novembre scorso il gup di Palermo aveva condannato complessivamente a oltre mezzo secolo di carcere 13 tra estorsori, boss e uomini d’onore della cosca che imponeva il pizzo anche a Caruso. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina. La pena più alta (6 anni e 4 mesi) e’ stata inflitta al capomafia Fabio Bonanno.

Sulla famiglia mafiosa del Borgo vecchio si sono concentrate le indagini della procura palermitana per trovare i colpevoli dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà massacrato a bastonate davanti al suo studio legale la sera del 23 febbraio 2010 e morto alcuni giorni dopo.

Uno degli imputati del processo per quel delitto è Antonino Siragusa che è stato condannato a 3 anni e 8 mesi nel procedimento che ha coinvolto Giovanni Caruso come vittima. Per il delitto Fragalà non è ancora chiarissimo il movente – ci sono pentiti che dicono che bisognava dare la lezione a un legale che faceva collaborare gli indagati con la magistratura e altri che parlano di uno sgarbo che il legale avrebbe fatto a un un uomo che orbita nel pianeta mafia corteggiando la moglie – ma i collaboratori sembrano concordi nel dire che il legale doveva solo essere picchiato pesantemente e che non doveva morire. Sia la vicenda di Caruso che quella di Fragalà hanno come radice comune i mafiosi picchiatori del Borgo vecchio.