“Registriamo con profondo rammarico la mancata discussione e la conseguente approvazione del regolamento sui cosiddetti “dehors” che avrebbe potuto essere un importante segnale d’attenzione nei confronti degli imprenditori palermitani. Purtroppo, su questo tema tanti consiglieri di Sala delle Lapidi, sia di maggioranza che di opposizione, stanno consumando battaglie personali a scapito degli operatori che da mesi chiedono a gran voce regole chiare”. Lo afferma Antonio Cottone, presidente Fipe Confcommercio Palermo.
“Rimandare a settembre la trattazione di un testo fondamentale, utile a dare certezze agli operatori, rimasti senza risposte per troppi mesi, equivale alla scarsa attenzione e senso di responsabilità e al lassismo ingiustificabile di alcune parti politiche che evidentemente non hanno a cuore le sorti di imprenditori e commercianti palermitani”.
“Il Consiglio comunale va in ferie senza dar seguito alle nostre reiterate e accorate richieste, nonostante l’impegno di alcune parti politiche – sottolinea Cottone – a noi resta soltanto l’amaro in bocca per una occasione perduta. I tanti imprenditori e gestori di locali vedono sfumare la possibilità di poter operare con nuove e più consone regole che permettano il tranquillo e regolare svolgimento del lavoro”, conclude.
Protesta anche Assoimpresa. “L’ennesimo rinvio in Consiglio comunale della delibera sul regolamento dei dehors infligge un duro colpo alle imprese sane e dimostra il disinteresse della maggioranza verso un settore produttivo che crea lavoro e ricchezza ma che oggi, per l’immobilismo di questo Consiglio comunale, rischia di chiudere i battenti”. Così Assoimpresa commenta la decisione del Consiglio comunale di non discutere ieri in Aula le modifiche al regolamento dehors.
“Il Consiglio comunale dovrebbe fare gli interessi della città e aiutare la ripresa economica – dice il responsabile Pubblici esercizi di Assoimpresa, Alfio Zambito – e, invece, si perde in beghe e liti di poco conto, indifferente alle enormi difficoltà che le aziende affrontano quotidianamente. Ma la nostra pazienza è finita: siamo pronti alle vie legali pur di non vedere chiudere le imprese”.