Sono trascorsi ventiquattro anni dalla morte di padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra, su ordine dei fratelli Graviano, il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano e proclamato beato. Tante le iniziative in programma, che si protrarranno fino al 21 ottobre, promosse per ricordare il prete antimafia, fondatore del centro di accoglienza Padre Nostro. La mafia non digeriva l’impegno e gli sforzi di padre Puglisi nel sottrarre i giovani alla manovalanza criminale.
I ragazzi delle scuole hanno portato in mattinata un fiore sulla tomba del sacerdote, all’interno della cattedrale di Palermo, dove nel pomeriggio alle 18 è prevista la celebrazione di una messa, presieduta dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice. Di sera, alle 21, in piazza Anita Garibaldi, luogo dell’agguato a padre Puglisi, ucciso mentre rientrava a casa la sera del suo 56esimo compleanno, si terrà una veglia di preghiera.
Ed ancora il 19 settembre alle 20.30 sarà proiettato un film su don Puglisi nel carcere Ucciardone. La mattina di domenica 24 si terrà una pedalata, “In bici tra i luoghi di 3P” dal sagrato della cattedrale a piazzale Garibaldi. Anche il comune di Godrano, dove Puglisi è stato parroco per dieci anni, ha istituito una giornata di memoria domenica 1 ottobre, dalle 10 alle 18. Il dettaglio delle iniziative organizzate dall’Arcidiocesi è consultabile sul sito del centro Padre nostro.
Ma la storia umana e il martirio di don Pino Puglisi diventano anche un musical. L’annuncio dell’arcivescovo Corrado Lorefice è in programma al termine della celebrazione eucaristica in cattedrale. L’opera affronterà le tematiche esistenziali e vocazionali che hanno caratterizzato il cammino sacerdotale e le opere di don Puglisi. L’ha ideata don Giuseppe Calderone, che ne ha curato anche il soggetto e l’ambientazione nella comunità parrocchiale di san gaetano a Brancaccio dove don Pino era impegnato. Michele Paulicelli ha composto le musiche mentre i testi sono del regista Piero Castellacci. Entrambi sono autori di altri musical a carattere religioso, tra i quali quello famosissimo su San Francesco d’Assisi “Forza, venite gente” e sulla vita di madre Teresa di Calcutta “La Matita di Dio”. I testi musicali che comporranno l’opera teatrale saranno in gran parte le parole pronunciate di don Puglisi, tra cui il motto “Si’, ma verso dove?”, inteso come ascolto e cammino consapevole alla ricerca di Dio. Lo spettacolo andrà in scena l’anno prossimo per il venticinquesimo dell’uccisione di don Pino.
“E’ vero. Nel corso dei secoli ci sono stati nella Chiesa uomini che hanno dato peso unicamente alle grida dei potenti e non alle urla dei disperati”. Lo afferma Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo nella lettera pastorale pubblicata dalle Edizioni San Paolo e resa nota oggi nel giorno del XXIV anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi. Il testo sarà disponibile nelle librerie a partire dal 21 settembre. “Ci sono state istituzioni, apparentemente essenziali, che hanno suscitato nella Chiesa – prosegue Lorefice – l’illusione di essere una grande potenza, capace di creare una vera e propria societas christiana. In questa prospettiva – dobbiamo dircelo con franchezza – non può esserci nessuna pastorale. L’idea di una società cristiana, coincidente con la Chiesa, genera solo progetti di conquista, idee,di dominio: sociale, politico, culturale. Dobbiamo oltrepassare questa visione, che non e’ in linea con la grande tradizione, fondata sulle Scritture e sull’Evangelo di Gesù di Nazareth”.
“La Chiesa povera e in uscita, voluta dal Concilio Vaticano II e sollecitata da Papa Francesco, è infatti una Chiesa – prosegue Lorefice – che si ripensa come un popolo di stranieri e pellegrini di donne e di uomini amanti delle tende. Usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo”.
“A 24 anni dal vile assassinio per mano mafiosa, la testimonianza e l’impegno di don Pino Puglisi sono ancora vivi e costituiscono un inestimabile patrimonio di valori non soltanto per quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo, e per la Palermo che tanto amava, ma per l’intera comunità nazionale”, ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Desidero partecipare alla memoria del suo martirio civile e unirmi a quanti si raccoglieranno oggi nel suo ricordo, nella convinzione che il sacrificio di don Puglisi si è trasformato, da subito, in una leva di mobilitazione delle coscienze e ha generato un’accresciuta consapevolezza, individuale e sociale, della necessaria lotta alle mafie. Don Pino Puglisi nacque nella borgata di Brancaccio, proprio il 15 settembre di ottant’anni fa. Nello stesso giorno del 1993, i killer lo uccisero su comando in un agguato infame, in quel quartiere – aggiunge il capo dello Stato – che lo aveva visto crescere e nel quale era tornato a operare da adulto, divenendo un segno e un simbolo di riscatto sociale, di solidarietà, di resistenza contro l’oppressione criminale. La sua è stata una vita di coerenza a servizio dei più deboli e svantaggiati, per aiutarli nel bisogno, ma anche per liberarli dalla spirale di emarginazione e illegalità, e aprire cosi’ la strada verso una piena cittadinanza”.
“La forte vocazione pastorale di don Pino Puglisi e la sua spiritualità si sono radicate sempre più in una condivisione con la gente, fatto che tanto ha spaventato l’organizzazione mafiosa. Don Pino – sottolinea Mattarella – aveva un dialogo proficuo con i giovani, e grazie alle sue doti di educatore ha gettato numerosi semi, poi germogliati, i quali hanno dato buoni frutti. Per questo suo impegno e’ stato assassinato. L’esempio e l’insegnamento di don Pino Puglisi sono più che mai vitali: sconfiggere la mafia è compito primario delle istituzioni, ma ad esso partecipa ogni cittadino con l’esercizio dei diritti e dei doveri civici, con il rispetto della persona, con il contrasto al malaffare, contribuendo alla crescita e allo sviluppo”, conclude il presidente della Repubblica.