A Brancaccio, il quartiere “dimenticato” di Palermo, dove il 15 settembre 1993 la mafia uccise don Pino Puglisi, il sacerdote di frontiera che in quel quartiere due anni prima aveva fondato il Centro di accoglienza Padre Nostro, c’è attesa e fermento per la visita di Papa Francesco, che il 15 settembre sarà in città per il 25/mo anniversario dall’omicidio.
Bergoglio alle 15 andrà alla parrocchia San Gaetano e nel luogo dell’uccisione di don Puglisi. Volontari e operatori lavorano agli ultimi preparativi e i telefoni non smettono di squillare.
“La gente ci chiama per avere informazioni. Nessun Pontefice aveva mai messo piede a Brancaccio” dice Antonella Rizzo, che lavora in segreteria e nel quartiere è nata e cresciuta. A 14 anni, frequentava la parrocchia di San Gaetano, assegnata a Don Pino nel’90 e lo ha conosciuto. “Mi ha coinvolto nelle attività del Centro – racconta la donna -. In quegli anni qui non c’era neppure la scuola media, oggi invece manca ancora l’asilo”.
Il Centro, voluto 27 anni fa dal sacerdote “scomodo”, offre decine di servizi e attività: laboratori didattici, doposcuola, ha uno spazio giochi per i bimbi fino a sei anni. Fra volontari, soci e operatori “occupa” 144 persone. Da qualche tempo, ha aperto altre due sedi in altri due quartieri di Palermo: lo Zen e Falsomiele. Fornisce assistenza legale e psicologica, assiste chi versa in condizioni di disagio e bisogno, con attività di pronto soccorso sociale, distribuzione di farmaci e generi alimentari, offre ospitalità notturna e servizi mensa, docce. Ha campi sportivi e da quest’anno pure di una piscina, centri di aggregazione per anziani e ragazzi, consente agli studenti universitari di svolgere tirocini pre e post laurea, organizza corsi di formazione e rientra nelle strutture, dove i detenuti con condanne fino a 3 anni possono scontare misure alternative alla pena.
Papa Francesco visiterà la casa-museo un tempo abitata dal parroco, oggi gestita dal Centro, e nel piazzale antistante incontrerà i familiari di Don Pino, operatori e volontari. “Al Papa – dice il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, che in questi anni ha subito minacce e intimidazioni ma continua ad andare avanti – consegneremo una medaglia, il libro sulla vita di Padre Puglisi raccontate dai fratelli e il progetto per la costruzione dell’asilo nido”.
Laura Stallone, psicologa e volontaria da 18 anni, che coordina il servizio spazio gioco per bimbi, racconta: “Sono arrivata qui dopo aver finito l’università. Offriamo tanti servizi e siamo un riferimento per famiglie e minori. Lo spazio bimbi ha una capienza di 25 posti, e altri 50 sono il lista d’attesa. Molti bimbi hanno subito dei traumi relazionali e blocchi. Qui vengono seguiti. Questo è il quartiere col tasso di natalità più alto della città ma non ha un asilo, lasciarli per strada o alla gestione dei fratellini, come spesso succede significa ignorare il diritto all’infanzia. Il sogno di un asilo mi commuove. La benedizione del Papa al progetto – conclude Laura Stallone – suggella il diritto ad essere bambini anche a Brancaccio”. (ANSA)