Non dimenticherà mai la violenza subita all’interno della guardia medica di Trecastagni. La 51enne dottoressa rimasta in balia di Alfio Cardillo e stuprata all’interno della struttura sanitaria ha raccontato la sua shoccante esperienza durante la trasmissione “Mattino Cinque”.
“Sono profondamente sconvolta come donna, ma anche tanto come professionista. Direi quasi umiliata. Quello che mi spinge a parlare, in questo momento, va oltre l’indagine – ha spiegato la donna -. Io sono qui perché voglio ribadire, per l’ennesima volta, che noi medici che ci prestiamo a lavorare la notte all’interno delle guardie mediche non possiamo essere più alla mercé del primo malintenzionato che decide di farci del male”.
L’aggressore della dottoressa della guardia medica di Trecastagni si era presentato nell’ambulatorio con la richiesta di un antidolorifico per il suo mal di denti. Ma una volta somministrato il farmaco con una iniezione intramuscolare è iniziata la violenza sulla donna.
Sul suo stato d’animo il medico ha raccontato: “Sicuramente ho affrontato periodi migliori nella mia vita, sia come donna sia come medico. Credo che una vicenda come questa non possa che ferire profondamente, indelebilmente sconvolgere una donna. E la cosa che mi addolora terribilmente – ha detto ancora – è il fatto che è una vicenda che sta lacerando la vita di tutta la mia famiglia”.
La dottoressa ha poi spiegato: “Abbiamo delle telecamere che praticamente sono a circuito chiuso, cioè sono ridicole. A che cosa servono? Solo ad avere delle prove se è successo un delitto la dentro? Basterebbe utilizzare dei mezzi come una telecamera… cioè ricollegare quelle telecamere invece di essere a circuito chiuso in un sistema con sorveglianza remota, cosa che abbiamo chiesto, implorato e che non ci è stato dato, sicuramente, non dico che avrebbe evitato l’aggressione, quella una volta che io apro… eh, succede. Però avrebbe limitato il danno, cioè immediatamente sarebbero arrivati i soccorsi. Io – ha ribadito la donna – chiedo solo di fare il mio lavoro nel rispetto della mia dignità di medico, di tutti i medici”.
Sulla possibilità di ritornare a lavorare all’interno della guardia medica, se fosse messa in sicurezza ha concluso: “Forse, ma al momento non so dare una risposta”.