Da Mazara del Vallo parte Open sea, progetto pilota in seno a un accordo con il sindacato degli armatori libici. L’intesa prevede tecnologia in cambio di permessi di pesca nel mare davanti alla Libia.
“Loro hanno bisogno di strutture, del nostro aiuto tecnologico e della formazione e noi abbiamo bisogno di pescare in Libia in quel mare ricco di una grande varietà di pesci – dice al Giornale di Sicilia l’armatore mazarese Nicola Giacalone -. Quando si parla di pesca in Libia non si intende solo pesca a strascico ma anche altri tipi come la pesca con le nasse, con la volante e la pesca del tonno – continua – sono interessati a sviluppare settori che noi non pratichiamo più da tempo a Mazara”.
Il progetto-pilota permetterà di “tracciare le grandi di linee sulle quali muoversi per programmare – prosegue – un accordo più organico. Un passo avanti nel segno della collaborazione e della pace dopo che negli ultimi mesi si è assistito ad una escalation di tensioni con sequestri e intimidazioni ai pescherecci di Mazara ritenuti troppo vicini alle coste libiche”.