Partito democratico allo sbando: in Sicilia nascono i “partigiani del Pd”

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Quattro dirigenti, tutti componenti della segreteria regionale del Partito democratico, hanno rimesso il mandato nelle mani del segretario Fausto Raciti. E’ un vero e proprio strappo quello consumato dai dimissionari Antonio Rubino, il responsabile organizzazione regionale, Carmelo Greco, Antonio Ferrante, Salvatore Graziano. La conseguenza diretta e naturale di quanto si è consumato nel Pd per la formazione delle liste elettorali.

Nasce il movimento “I partigiani del Pd” in dissenso “col modello padronale del partito”, presentato alla stampa nella sede del Pd siciliano di via Bentivegna, a Palermo. “Restiamo nel Pd – ha sottolineato Rubino – ma daremo vita a un movimento che parte da Palermo e vuole dar voce a quel modello di partito che pensiamo debba essere il Pd. Da oggi nascono i partigiani del Pd”. Rubino ha spiegato che “il segretario Raciti è stato ovviamente informato”. Per marcare il dissenso, i dirigenti hanno deciso di attaccare nelle giacche una piccola resistenza elettrica, la stessa che indossarono nel ’92 dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio.

“Il gruppo dirigente siciliano – ha detto Rubino – è totalmente estraneo alla modalità con la quale sono state fatte le liste. I candidati sono stati proposti dal segretario Renzi su indicazione di Davide Faraone, dentro una logica di fidelizzazione, a partire dai collegi uninominali”. I “partigiani del Pd” hanno già stampato un manifesto con la scritta “5 marzo, non cambiamo partito ma cambiamo il partito”.

“Voteremo Pd – hanno affermato i quattro dirigenti – ma non sappiamo se faremo campagna elettorale. Siamo persone serie e non si può essere dirigenti di un partito senza condividere la linea che ha assunto. Rimettiamo il nostro mandato nelle mani del segretario regionale Fausto Raciti”.

“Questo è un movimento trasversale, per aree e territori. Non è comunisti contro renziani anche perché molti di noi neanche erano nati al tempo del Pci, ma la contrapposizione a un modello padronale di partito che non condividiamo e che sta facendo allontanare migliaia di elettorali delusi. Noi resistiamo dentro al Pd per dare voce a chi non ha perso l’entusiasmo leggendo i nomi dei candidati in Sicilia”, hanno detto i dirigenti dimissionari dalla segreteria regionale del Pd.

“In questo momento la nostra gente è disorientata – ha osservato Antonio Rubino -. Molti circoli si pongono il problema di fare le assemblee senza i candidati e di valutare il disimpegno dalla campagna elettorale. Noi restiamo nel Pd, ma fin da subito lanciamo le basi per costruire un nuovo Pd attraverso il movimento dei partigiani”.

Al movimento aderisce anche la parlamentare uscente Magda Culotta, sindaco di Pollina, nel palermitano, che intendeva ricandidarsi nel collegio di Bagheria ma ha appreso della sua esclusione dalla stampa. “Non ne faccio una battaglia personale – ha spiegato Magda  Culotta – ma di valori. Io voterò Pd, ma non mi ritrovo in nessuno dei candidati”.

“Se è vero che Rosario Crocetta ha detto che aveva ricevuto la promessa di una candidatura alle politiche, è anche vero che Renzi non lo ha mai smentito”, ha voluto precisare Antonio Rubino, rispondendo ai cronisti a proposito delle dichiarazioni del sottosegretario Davide Faraone secondo il quale Renzi non ha mai fatto cenno all’ipotesi di candidare l’ex governatore Crocetta.