“Patto con Roma” per contenere la spesa pubblica in Sicilia. E’ questa la base della manovra finanziaria del 2016. Bisogna predisporre i margini di contenimento delle spese nell’Isola.
“Un tavolo romano nell’ambito del quale sono già state ipotizzate una serie di misure la cui definizione permetterà di coprire il disavanzo previsto per il prossimo anno”. E’ quanto si legge nel documento di programmazione economica per il prossimo triennio. Il documento è stato depositato all’Ars e sarà esaminato dalla Commissione Bilancio a partire dalla prossima settimana.
In particolare, l’accordo con il ministero dell’Economia, influirà già sulla spesa del 2016 e prevede diversi correttivi, già anticipati in parte dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei (nella foto): ulteriori interventi di contenimento della spesa che porteranno ad un risparmio fino a 300 milioni di euro, con la cancellazione dei costi sanitari che gravano erroneamente sul bilancio regionale; la copertura del disavanzo 2014 in sette anni, invece che in tre, con un parziale recupero delle risorse già destinate a questo disavanzo per un valore di 200 milioni di euro, in aggiunta ai 150 milioni del 2015.
Cinquanta milioni di euro si otterranno dai diritti di motorizzazione, di cui 40 milioni di recupero somme pregresse e 10 di competenza. Maggiori entrate per 100 milioni circa previste per la regionalizzazione della tassa di circolazione. Dal recupero dell’evasione pregressa, sull’energia elettrica e i canoni di concessione, si attendono fino a 70 milioni.
L’accordo con Roma c’è anche sul minor concorso al risanamento della finanza pubblica per effetto della sentenza della Corte Costituzionale che consente il recupero di 350 milioni di euro di cui 230 di recupero somme e 120 di competenza.
La fetta più grossa di maggiori entrate, già dal 2016 viene però dalla regionalizzazione della Sanità e dalla retrocessione dei tributi riscossi fino ad oggi dallo Stato: “Questa manovra – si legge nel Def – dovrebbe consentire maggiori entrate per circa 600 milioni, recuperando l’incremento della quota di cofinanziamento fissato al 49,11% dalla legge nazionale del 2006 che di fatto ha posto a carico esclusivo del governo regionale l’onere dell’innalzamento della quota di compartecipazione alla spesa sanitaria”.
Previsto anche un diverso sistema di calcolo parametrico per fare in modo che le aziende che operano nella regione, ma con sede fuori dalla Sicilia, versino l’Ires, come previsto dall’articolo 37 dello Statuto, la previsione e’ di un gettito annuale a regime di circa 200 milioni. Ma la manovra 2016 potrebbe beneficiare anche di entrate straordinarie provenienti dalla vendita di alcuni immobili del patrimonio regionale per circa 150 milioni e la vendita cessione di quote di compartecipazione in società non strategiche, prevista dal piano di riordino delle partecipate. (agi)