Paul Baccaglini legga le formazioni del Palermo delle ultime stagioni in B

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Da Paul Baccaglini ieri in diretta Facebook niente di nuovo. Voli pindarici, iperboli, parallelismi, metafore ma nulla che possa rasserenare l’ambiente rosanero se non una generica richiesta di fiducia poggiata, purtroppo, su nessun elemento ancora definibile come concreto. Anche da Maurizio Zamparini non arriva nulla di nuovo. Come accaduto negli ultimi quattro anni, il patron friulano sta facendo e disfacendo lasciando sconcertati tifosi e analisti sportivi.

L’ex Iena ieri ha detto che l’obiettivo della nuova società è il ritorno immediato in A. Concetto più o meno ribadito anche da Zamparini. Peccato che il friulano, come sempre, proceda con iniziative che contraddicono le sue dichiarazioni, salvo sostenere contro ogni logica ed evidenza la bontà delle sue scelte.

Avendo come missione la vittoria del campionato, ci si sarebbe aspettato che la società di viale del Fante scegliesse uno staff tecnico navigato, con esperienza nella categoria e carisma tale da affrontare un ambiente deluso e carico di aspettative come quello palermitano. Invece ecco presentati in pompa magna l’allenatore Bruno Tedino e il ds Fabio Lupo. Il primo, tranne la stagione appena trascorsa alla guida del Pordenone, ha sempre allenato il Lega Pro, il secondo ha nel suo curriculum esperienze non proprio positive con Juve Stabia, Monopoli e Teramo. Una scommessa, azzardata, aggiungeremmo noi, ma nello stile di Zamparini.

Per quanto riguarda la squadra, va ancora peggio. Andati via Bruno Henrique e Gonzalez, ceduto il giovane e promettente Pezzella all’Udinese, sembra in uscita anche Andrea Rispoli, uno dei pochi rosanero apprezzato dai tifosi per impegno e capacità, che il friulano vorrebbe tenere ma che non sembra convinto dei programmi della società. Un futuro lontano da Monte Pellegrino sembrerebbe profilarsi anche per Alessandro Diamanti, esperto e talentuoso fantasista, ma in rotta con Zamparini. “Non è adatto alla categoria” – ha sentenziato l’ex presidente, riservando al centrocampista lo stesso trattamento ostile che in passato ha dedicato a Sorrentino, Gilardino e Maresca, poi protagonisti della salvezza del Palermo due campionati fa.

I punti fermi, a detta di Zamparini,  sui quali costruire sarebbero quindi l’inesperto portiere Posavec, responsabile a detta di tutti gli osservatori di una serie incalcolabile di errori e quindi di reti subite, il fantasista Sallai, con alle spalle un campionato caratterizzato da prestazioni impalpabili e la punta Balogh, secondo il friulano un sicuro talento, ma non pervenuto nella scorsa stagione. Insomma le premesse sono da brivido, altro che promozione, il rischio è che anche il campionato di serie B si trasformi in un calvario con esito quasi scontato.

Adesso, non per sadismo nei confronti degli sportivi rosanero, ma per chiarire ulteriormente il concetto a Paul Baccaglini, proponiamo un confronto tra gli assetti tecnici con i quali il Palermo ha affrontato le ultime due stagioni disputate in serie B.

Era un’altra epoca, ma il Palermo  2003-2004, quello della prima promozione nella massima serie aveva come tecnico Francesco Guidolin, subentrato in corsa a Silvio Baldini, e come direttore sportivo Rino Foschi. In porta giocava Gianluca Berti,  in difesa i rosanero potevano contare su calciatori come Grosso, Lucarelli, Terlizzi, Atzori, Conteh, Biava, Accardi, Ferri, Rinaudo e Pivotto. A centrocampo due soli nomi dicono tutto, Eugenio Corini e Lamberto Zauli, gli altri erano i fratelli Antonio ed Emanuele Filippini, Codrea, l’indimenticabile Di Donato, Mutarelli, Masiello, Vasari e Gasbarroni. In attacco il Palermo poteva tranquillamente schierare Luca Toni, Brienza, Jeda e Simone Pepe.

Una stagione irripetibile, si dirà, è vero. Quello fu un anno magico con una squadra che con pochi ritocchi fece sognare i palermitani anche in serie A. Andiamo allora all’ultima formazione che ha disputato il campionato cadetto, ovvero il Palermo 2013-2014. L’allenatore si chiamava Beppe Iachini, subentrato a Gennaro Gattuso. Il direttore sportivo era Giorgio Perinetti. In porta Stefano Sorrentino, in difesa Munoz, Pisano, Struna, Andelkovic, Vitiello, Terzi, Mantovani, Lazaar, Milanovic, Morganella, Aronica e Daprelà. A centrocampo i rosa potevano contare su due pesi massimi del calibro di Enzo Maresca e Franco Vazquez, e ancora su Barreto, Bolzoni, Di Gennaro, Troianiello, Stevanovic, Verre e Bacinovic. In  attacco le punte si chiamavano Andrea Belotti, Paul Dybala, Abel Hernandez e Kyle Lafferty. Cos’altro dire…