Clima da resa dei conti alla direzione regionale del Pd che si è aperta oggi e che fino a questa sera vede riuniti tutti i big del partito. Sul tavolo, naturalmente, la crisi del governo regionale funestato dalle dimissioni di tre assessori in pochi giorni. L’ultima a lasciare l’esecutivo, in ordine di tempo, Lucia Borsellino, che ha ufficializzato la sua rinuncia spinta anche dall’ennesimo scandalo della sanità ossia il caso Tutino, primario di chirurgia plastica all’ospedale Villa Sofia e medico personale di Rosario Crocetta, arrestato per truffa e peculato.
Ai lavori della direzione regionale, coordinata dal segretario siciliano Fausto Raciti, partecipano tutti gli esponenti di punta del partito: Antonello Cracolici, presidente della prima commissione e Baldo Gucciardo, capogruppo all’Ars, e poi ancora Mirello Crisafulli, fresco di sconfitta alle amministrative di Enna, e l’ex segretario del partito Giuseppe Lupo. In prima fila anche il sottosegretario Davide Faraone.
Un confronto attesissimo, quello di oggi: per la prima volta l’ipotesi di staccare la spina al governo Crocetta sembra farsi più concreta. “Nulla è scontato”, dice Cracolici. E d’altronde è lo stesso segretario Raciti a chiamare in causa il governatore: “Le dimissioni di Lucia Borsellino indicano una crisi profonda di questo governo – dice – ora siamo oltre gli ultimatum e tocca al presidente della Regione individuare una via d’uscita, capire se c’è una risposta alla crisi che queste dimissioni hanno aperto, se c’è un modello nuovo, decidere quale strada intraprendere”.
Una strada che potrebbe portare, questa volta, alle elezioni anticipate: “Sono disposto ad assumermi tutte le mie responsabilità se il partito me lo chiede – ha risposto Crocetta prendendo la parola subito dopo Raciti – Se il partito me lo chiede, mi dimetto. Ritengo però irresponsabile andare ora alle elezioni anticipate ma non lo dico perché temo di perdere. Siamo noi a dover agire adesso, con il Pd e gli alleati abbiamo la responsabilità di salvare la Sicilia dal default. Ma se siamo delegittimati, se ogni settimana dicono ‘cade il governo’, la nostra azione non può essere efficace”.