Per i “luoghi del cuore” del Fai seconda piazza per il fiume Oreto

0
126
fiume oreto

Oltre 2 milioni e 200 mila voti, 37.200 luoghi oggetto di segnalazione, 6.412 Comuni coinvolti (l’80,6% dei Comuni italiani): tre numeri eccezionali che raccontano la forza de “I Luoghi del Cuore”, il censimento promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che chiude trionfalmente la nona edizione, attiva dal 30 maggio al 30 novembre 2018.

Dal censimento dei luoghi del cuore del Fai emerge una preziosa mappatura spontanea di luoghi tanto diversi tra loro quanto amati, fatta di paesaggi e di palazzi storici, di chiese e di fiumi, di castelli e di borghi, di botteghe storiche e di giardini.

La classifica di questa edizione vede primeggiare con il record assoluto di 114.670 voti, il Monte Pisano, nel territorio dei Comuni di Calci e Vicopisano (Pisa), colpito il 24 settembre scorso da un disastroso incendio, probabilmente doloso, che ne ha mandato in fumo oltre 1.200 ettari, di cui 200 di coltivazioni, e che per miracolo ha risparmiato la Certosa di Calci, seconda classificata al censimento 2014.

Al secondo posto con 83.138 voti il Fiume Oreto a Palermo, corso d’acqua la cui sorgente si trova nella Conca d’Oro. Purtroppo il fiume, che sfocia nel Mar Tirreno dopo aver attraversato la città, risulta particolarmente inquinato per la presenza di numerosi scarichi fognari abusivi. Il Comitato Salviamo l’Oreto vuole quindi attirare l’attenzione sullo stato di degrado del fiume e ne chiede la rivalutazione come bene paesaggistico e culturale.

Segue al terzo posto con 75.740 voti l’Antico Stabilimento termale a Porretta Terme (Bologna) situato nell’Appennino, alle pendici del Monte della Croce, lungo il greto del Rio Maggiore, in abbandono da vent’anni. All’interno del complesso si trova un capolavoro liberty: la Sala Bibita, detta anche “Grottino Chini”, le cui pareti sono rivestite di migliaia di piastrelle in maiolica realizzate a inizio Novecento da Galileo Chini.

L’obiettivo della raccolta voti, guidata dal Comitato SOS Terme Alte, era quello di segnalare lo stato di forte degrado del bene, proprietà di un gruppo privato, auspicandone il recupero e una destinazione d’uso compatibile con la sua storia.