Stanno bene gli undici componenti degli equipaggi dei pescherecci sequestrati ieri sera dalla guardia costiera libica. I motopesca Antartide e Medinea, entrambi di Mazara del Vallo, sono stati intercettati ieri sera, intorno alle ore 21, dalle autorità libiche nelle acque antistanti alla Cirenaica, circa 35 miglia nautiche a nord di Bengasi. Altri due natanti da pesca sono riusciti a fuggire.
I marittimi coinvolti sono in tutto 18: dieci membri dell’equipaggio dell’Antartide, sei del Medinea e i due comandanti di altre imbarcazioni riuscite a fuggire. In precedenza, era emerso che i motopesca Natalino (di Pozzallo) e Medinea erano stati intercettati da una o più motovedette libiche a nord ovest da Bengasi, il capoluogo della Cirenaica, all’interno dell’auto-dichiarata Zona economica esclusiva della Libia.
Gli equipaggi – composti per entrambi i pescherecci da sette marittimi ciascuno: sei italiani e otto tunisini in tutto – hanno avvertito dei colpi d’arma da fuoco e, in una prima ricostruzione, risultavano coattivamente imbarcati a bordo di una o più motovedette libiche un membro italiano del Natalino e il comandante italiano del Medinea.
Il peschereccio Natalino avrebbe quindi fatto rotta verso nord-ovest, mentre il Medinea si sarebbe invece diretto verso sud, in direzione di Bengasi, roccaforte del generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico.
La diplomazia italiana è al lavoro, come spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Edy Bandiera. “Siamo in contatto con la Farnesina per seguire con la massima attenzione la vicenda” – ha detto l’esponente del governo Musumeci.