Polemiche sulla legge Fava approvata all’Ars la scorsa settimane che prevede l’obbligo da parte dei parlamentari regionali di dichiarare l’eventuale iscrizione a una loggia massonica.
A contestare il provvedimento annunciando ricorso è Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.l.a.m, Obbedienza massonica di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi.
“Sconcerta ma soprattutto preoccupa che, a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana, alla cui formazione i massoni hanno contribuito fattivamente, ci sia qualcuno che, non solo non la applica, ma addirittura ne capovolge i principi fondanti. La Legge Fava viola infatti la costituzione italiana dal profilo tanto della Uguaglianza, intesa come pari diritti in linea di iniziale principio, quanto delle ugualitarismo, inteso come l’impegno per realizzare un concreto ed effettivo raggiungimento di un obiettivo ugualitario. Il che squalifica quella normativa ex se” – afferma Binni.
“La Gran Loggia d’Italia – ha aggiunto il Gran Maestro – si attiverà nelle sedi competenti per eliminare al più presto una misura di tal fatta che offende uomini liberi e di buoni costumi quotidianamente impegnati nel lavorare per il bene del progresso dell’Umanità e, anzitutto, a difesa del libero pensiero mediante l’espressione più alta di principi etici”.