Recuperato a Porticello il peschereccio della mafia “Lupo di San Francesco” affondato dieci anni fa nella borgata marinara del Palermitano.
L’unità di pesca negli anni 90 era impiegata per trasportare hashish dal Marocco per conto di cosa nostra. Nel corso delle indagini, per il traffico illecito, il peschereccio era stato sequestrato dalla magistratura e solo nel 2007 riconsegnato alla proprietaria che non ha mai provveduto all’utilizzo dell’unità fino a quando il “Lupo di San Francesco”, a causa del deterioramento, ha imbarcato acqua adagiandosi sul fondo del porto di Santa Flavia.
Il peschereccio era gestito dalla famiglia Lo Nigro, e a bordo c’erano Pietro e Cosimo. Quest’ultimo, come ha raccontato Gaspare Spatuzza nel processo di Caltanissetta è lo stesso che insieme al cugino Cosimo D’Amato ha procurato l’esplosivo recuperato dalle bombe adagiate sui fondali usato da Giovanni Brusca e Francesco Tagliavia per le stragi del ’92.
L’amministrazione comunale, insieme all’ufficio Circondariale marittimo di Porticello guidata dal comandante Giulia Tassone, hanno più volte tentato l’impresa della rimozione d’ufficio, ma senza esito.
L’anno scorso a giugno, grazie ad un tavolo tecnico tra la Capitaneria di Porto e l’amministrazione comunale di Santa Flavia guidata dal sindaco Salvatore Sanfilippo, si è riusciti a sbloccare i fondi regionali per l’avvio dei lavori di recupero e smaltimento dell’imbarcazione. Operazioni che sono iniziate oggi e consentiranno di liberare una parte del porto di Porticello.
Un plauso all’intervento dell’amministrazione è arrivato da Fratelli d’Italia per voce del vice presidente del Consiglio comunale Giuseppe Crivello che si è congratulato con il sindaco e con l’assessore alle Attività produttive Rossella Sanfilippo per il lavoro svolto e il successo dell’operazione.