All’indomani dei ballottaggi che hanno visto la sconfitta a Enna (dove il candidato favorito Crisafulli si è fermato al 48%) e a Gela, città del presidente della Regione Crocetta praticamente “espugnata” dal Movimento 5 Stelle, il Pd mette le carte in tavola: si prende atto del risultato, si fa auto-analisi, ma di certo “non si abbraccia chi ci ha dato uno schiaffo”.
Parole di Fausto Raciti, il segretario regionale del partito e primo sponsor, tra l’altro, della candidatura di Crisafulli. Il quale ammette la necessità del partito di interrogarsi sui perchè della sconfitta ma su eventuali nuovi equilibri avverte: “Non si aprirà nessuna drammatica crisi – dice – però credo che ora serva un salto di qualità perchè non possiamo più rinviarlo”.
Di certo pesa, eccome, il trionfo dei grillini a Gela, la roccaforte perduta di Crocetta. Il Movimento 5 Stelle piazza una bandierina strategica e annuncia: “Puntiamo al governo della Regione”. Il governatore rilancia secco: “Non sanno governare nemmeno un condominio”. Scambi di battute al vetriolo, insomma, ma il risultato resta e bisognerà tenerne conto.
“Ci siamo occupati di finanziarie – prosegue Raciti – ma l’attività di un governo non può limitarsi alle emergenze finanziarie. Abbiamo dossier sul tavolo delicatissimo, la riforma delle Province è ancora incompleta, e ancora il tema della gestione del ciclo dei rifiuti e quello della programmazione, che devono essere affrontati e non possono essere più rimandati. Bisogna affrontare le questioni che abbiamo sul tavolo e che per troppo tempo sono state inevase, rimandate. Il Movimento 5 Stelle è e resta alternativo al Pd. Serve una riflessione sul futuro per la Sicilia tra Pd e i moderati per un progetto politico comune e questa è una risposta ai 5 stelle, che in questo momento rappresentano la forza che sfida il Pd. Chi va all’inseguimento di populisti tende a perdere perchò si preferisce l’originale alla bella copia”.