Reinventare Palermo e affidarla ai giovani? Almeno se ne parla…

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12 punti per “reinventare” Palermo: perché non si può stare a guardare una città che sembra aver perso di vista i suoi obiettivi. Per questo motivo un gruppo di imprenditori, ingegneri, architetti e professori universitari ha aperto un confronto pubblico su “La reinvenzione di Palermo – Una città giovane per il futuro dei giovani” per redigere un nuovo progetto di cittadinanza per la città.
 
Il secondo incontro sarà sabato 30 maggio dalle 9 nell’aula magna dell’edificio di Ingegneria, patrocinato dall’Università e promosso dal Rotary Club Palermo Est, dall’Ordine degli Ingegneri e dall’Ordine degli Architetti.
 
Si discuterà di sicurezza urbana, rivalorizzazione del patrimonio ambientale e architettonico, attrazione di capitali e di risorse umane; ma tutto questo deve passare dalla semplificazione amministrativa a favore delle aziende, e dei privati che vogliano investire sulla città; dalla riduzione dell’inquinamento e da una strategia sui rifiuti che passi per l’abbattimento degli scarti e il riuso dei materiali. Insomma, reinventare la città e renderla a misura di vivibilità sostenibile, anche da consegnare ai giovani di domani.
 
Al secondo incontro di “Sviluppo Contro” parteciperanno politici, docenti, professionisti, operatori. Dopo i saluti dell’Università e del Rotary, e dopo gli interventi introduttivi, via al dibattito al quale prenderanno parte il vicesindaco Emilio Arcuri, Leopoldo Freirye, presidente dell’Ordine degli Architetti; Nicola Giuliano Leone, ordinario di Urbanistica, Giovanni Margiotta; i presidenti dei due Ordini, sedi di Palermo, Giovanni Margiotta (Ingegneri) e Franco Miceli (Architetti); monsignor Giuseppe Randazzo a nome della Curia, Lorenzo Semilia per l’Ance. Modera Davide Camarrone. 
 
I 12 punti
La rigenerazione urbana può essere il primo motore della nuova fase economica, sociale e culturale della città. Servono nuove azioni amministrative a forte impatto (e in alcuni casi a costo zero per il bilancio comunale). 
1. che sappiano intervenire sul territorio perché dal territorio si sprigionino risorse e sul territorio ne convergano di inedite;
2. che riducano il peso fiscale o che lo riallochino appropriatamente verso comportamenti virtuosi, innovativi, positivi;
3. che riducano l’intermediazione parassitaria della burocrazia;
4. che favoriscano la sinergia tra i saperi e l’agire, tra l’innovazione e l’impresa;
5. che riducano le distanze tra Palermo e il mondo;
6. che riducano la difficoltà degli spostamenti interni alla città e le distanze;
7. che guardino al futuro e distribuiscano diversamente i poteri e le competenze sull’organizzazione territoriale;
8. che puntino al recupero, rifunzionalizzazione, salvaguardia dei beni comuni;
9. che guardino al sostegno delle attività produttive e delle fasce sociali disagiate, alle professioni emergenti;
10. che restituiscano all’ambiente il ruolo che gli è proprio, di organismo di sostegno e difesa della vita: una città che non respira aria buona, che non smaltisce i rifiuti, che non sa vivere secondo tempi e ritmi accettabili, che non sa difendersi dalle intemperie, che invecchia rapidamente e che non tutela la vecchiaia, che impedisce ai giovani di svolgere le loro attività… non è una città sana;
11. che rendano più democratica ed efficiente la gestione del territorio;
12. che attraverso la tutela della coesione sociale, accrescano la sicurezza del territorio.