Nel 2015, la percentuale di raccolta differenziata in Italia raggiunge il 47,5% della produzione nazionale, facendo rilevare una crescita di + 2,3 punti rispetto al 2014 (45,2%), superando i 14 milioni di tonnellate. Nel Nord il quantitativo si attesta al di sopra di 8 milioni di tonnellate, nel Centro a quasi 2,9 milioni di tonnellate e nel Sud a 3,1 milioni di tonnellate. Tali valori si traducono in percentuali, calcolate rispetto alla produzione totale dei rifiuti urbani di ciascuna macroarea, pari al 58,6% per le regioni settentrionali, al 43,8% per quelle del Centro e al 33,6% per le regioni del Mezzogiorno.
Lo si legge nel rapporto sui rifiuti dell’Ispra. Alla regione Veneto va la palma della raccolta differenziata nel 2015 grazie al 68,8%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 67,4%. Entrambe le regioni sono già dal 2014 al di sopra dell’obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012. Seguono, tra le regioni più virtuose, il Friuli Venezia Giulia (62,9%), seguita da Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Sardegna e Piemonte, queste ultime cinque con tassi superiori al 55%. Tra 45% e 50% si collocano Abruzzo, Umbria, Campania, Valle d’Aosta e Toscana. Liguria e Lazio sono di poco al di sopra del 35%, mentre superano il 30% la Basilicata e la Puglia. La Calabria è la regione che fa segnare la maggiore crescita della percentuale di raccolta differenziata, +6 punti rispetto al 2014, anche se il 25% la colloca ancora al penultimo posto tra le regioni, seguita solo dalla Sicilia (12,8%).
Sfiorano i 5 punti di crescita Valle d’Aosta e Lazio. Quanto alle province, i livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano, analogamente ai precedenti anni, per Treviso, che nel 2015 si attesta all’84,1%. Prossimo all’80% è il tasso della provincia di Mantova (79,9%) e pari al 78,4% quello di Pordenone. Al di sopra del 70% si collocano anche Belluno, Trento, Macerata, Parma e Vicenza. Le peggiori province italiane per la raccolta differenziata sono, invece, tutte in Sicilia: con valori inferiori o di poco superiori al 10%: Palermo (7,8%) Siracusa (7,9%), Messina (10,1%) e Enna (10,8%).
I valori più alti di produzione pro capite di rifiuti in Italia, superiori a 600 kg per abitante per anno si rilevano per Catania, Firenze e Venezia, seguite da Roma, Padova, Bari e Bologna, tutte con oltre 550 kg per abitante per anno Padova. I più bassi, sotto i 500 kg per abitante per anno, si osservano per Trieste, Messina, Torino e Milano. Lo si legge nel rapporto sui rifiuti dell’Ispra. Sono 16 i comuni italiani con più di 200 mila abitanti.
Contano una popolazione residente pari a 10,1 milioni di abitanti (corrispondenti al 16,7% della popolazione italiana) con una produzione di rifiuti pari al 18,7% del totale nazionale. I maggiori centri urbani hanno, in generale, produzioni pro capite superiori alla media nazionale e alle medie dei rispettivi contesti territoriali di appartenenza. Il pro capite medio dei 16 comuni analizzati si attesta, infatti, a circa 544 kg per abitante per anno, 57 kg in più rispetto alla media italiana (487 kg per abitante per anno).
Nonostante nei 16 centri si registri una crescita complessiva della percentuale di raccolta di 2,6 punti rispetto al 2014, il tasso medio, infatti, pari al 36,3%, è di ben 11,2 punti inferiore rispetto al valore nazionale (47,5%). I maggiori livelli di raccolta differenziata si osservano per Venezia, che si attesta a una percentuale del 54,3%, seguita da Milano, con il 52,3%, Verona e Padova, rispettivamente con il 50,8 e 50,7%. Firenze si attesta al 46,4%, Bologna al 43,6% (in crescita di 5,3 punti rispetto al 2014) e Torino al 42,4%. Roma si attesta al 38,8% e Napoli al 24,2%. Buone le performance di Trieste e Taranto, che registrano un incremento della percentuale di 5,5 punti rispetto al 2014. Inferiori al 10% risultano le percentuali di raccolta di Messina (9,4%), Catania (8,6%) e Palermo (8,1%).