“Rivelazione di segreti d’ufficio”, condannata Maria Teresa Principato

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maria teresa principato

Condannata Maria Teresa Principato, prosciolto Marcello Viola.  Si è concluso così la vicenda dei due magistrati che hanno dato la caccia al latitante Matteo Messina Denaro e che sono stati giudicati dal Tribunale di Caltanissetta.

Marcello Viola, ex capo della Procura di Trapani e adesso procuratore generale a Firenze è stato prosciolto mentre è stata condannata a 40 giorni di reclusione (pena sospesa) Maria Teresa Principato, ex procuratore aggiunto di Palermo e adesso tra i componenti della Direzione nazionale antimafia. In entrambi i procedimenti era imputato anche un appuntato della Guardia di finanza, Calogero Pulici (ex assistente della Principato), che è stato prosciolto in uno e assolto nell’altro.

L’ex aggiunto di Palermo si trovava a processo perché “indebitamente – hanno scritto i pm nella richiesta di rinvio a giudizio – rivelava al finanziere indagato notizie coperte dal segreto. Segnatamente riferiva all’indagato l’oggetto del procedimento penale e in particolare che lo stesso era relativo al rinvenimento nei dispositivi informatici di esso indagato di ‘dati sensibili’ concernenti l’attività lavorativa e la sfera privata della stessa”.

L’ex procuratore di Trapani invece era accusato di aver ricevuto una pen drive contenente materiale coperto da segreto investigativo (verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino) da Calogero Pulici.

“E’ processualmente accertato un continuo rapporto di collaborazione e di scambio di atti tra le Autorità Giudiziarie di Trapani e Palermo”: con queste parole la procura di Caltanissetta aveva chiesto l’archiviazione per il magistrato Marcello Viola, ex procuratore capo di Trapani, e Calogero Pulici, appuntato della Guardia di finanza per anni applicato alla segreteria dell’aggiunto di Palermo, Maria Teresa Principato.

Viola era accusato di “rivelazione del segreto d’ufficio” per avere ricevuto una pen drive contenente materiale coperto da segreto investigativo (verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino) da Pulici nell’ottobre 2015. Nel mese di agosto il finanziere era stato allontanato dagli uffici della procura di Palermo e per questo – secondo le indagini condotte dalla Guardia di finanza – l’invio di informazioni “riservate” avrebbe potuto compromettere il coordinamento delle inchieste della Dda di Palermo.

Nella richiesta di archiviazione però i pm di Caltanissetta avevano scritto che “l’allontanamento era intervenuto contro la volontà della Principato e i rapporti tra i due erano rimasti sostanzialmente identici”. La richiesta era stata respinta dal gup che impose l’imputazione coatta. Nelle scorse udienze i legali del magistrato hanno depositato una “corposa documentazione” e oggi il giudice ha chiesto l’interrogatorio della Principato che però si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Infine, è arrivata la decisione.