Il “sistema Montante” ha condizionato almeno gli ultimi due governi regionali. Secondo i giudici di Caltanissetta, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione “Double face”, avrebbe avviato anni fa una strategia per occupare caselle importanti nei palazzi che contano.
Imprenditore brillante e capace di intrattenere molteplici relazioni, Montante, avrebbe piazzato le proprie pedine nei governi presieduti da Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. La gestione del potere locale gli avrebbe garantito, oltre alla gestione degli affari, anche la scalata a ruoli di rilevanza nazionale
L’operazione politica più complessa Montante la realizza con la costruzione e la gestione del governo Lombardo. Insieme agli ex senatori Giovanni Pistorio e Beppe Lumia, secondo le testimonianze raccolte dai pm, avrebbe fatto parte del “blocco di potere” che spinse Raffaele Lombardo a mollare il centrodestra per aprire il suo governo al sostegno esterno del Partito democratico.
Ai pm, l’avvocato Gaetano Armao, che all’epoca era assessore all’Economia conferma. “Ciò posso dire sulla base di discorsi fatti, tra gli altri, con gli onorevoli Gianfranco Miccichè e Misuraca, con l’ex senatore Giovanni Pistorio che fu il trait d’union tra Beppe Lumia, Antonello Montante e Raffaele Lombardo sia per la realizzazione della nuova maggioranza di governo, sia successivamente per ogni questione che riguardò la vita amministrativa del governo regionale in questione”.
Armao riferisce che “al seguito del mutamento di maggioranza divenne assessore alle Attività produttive Marco Venturi, indicato personalmente dal Montante al presidente Lombardo per come mi ebbe a dire sempre il senatore Pistorio”. La percezione di Armao fu che da allora “Confindustria Sicilia monitorasse attraverso i suoi referenti politici costituiti da Pistorio e Lumia vicende da cui poter trarre un vantaggio e cercasse, conseguentemente, di condizionare lo svolgimento dell’azione amministrativa”.
Anche Marco Venturi, attraverso la sua testimonianza conferma indirettamente quanto riferito da Armao: “Montante mi convocò nella sua casa di Serradifalco – dice ai magistrati – e mi propose di entrare nella giunta come espressione di Confindustria dicendomi, altresì, che il senatore Lumia mi avrebbe dato la sua copertura politica nell’azione che avrei svolto”.
L’azione politica “parallela” di Antonello Montante prosegue nel successivo governo Crocetta. L’imprenditore nisseno indicò come assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, che era dipendente di Confindustria a Caltanissetta. E fu sempre Montante, secondo i pm, a decidere i nomi di chi ha poi guidato l’Irsap, l’Istituto che gestisce le aree industriali siciliane: prima Alfonso Cicero e in seguito Mariagrazia Brandara.
Ma l’imprenditore puntava in alto e, scrive il gip, “esternava espressamente la volontà di collocare in futuro dei propri rappresentanti nel parlamento nazionale”. In una intercettazione ambientale del 25 ottobre 2015, parlando con la Mariella Lo Bello, assessore nel governo Crocetta, e con la stessa Brandara, Montante dice: “Per il dopo ci vuole un deputato”, “una di vuatri due ava ristari in Sicilia e n’atra si ni va a Roma”.
Secondo il giudice si tratta di “un progetto politico che non avrebbe nulla di illegittimo, se non fosse che (…) per perseguirlo, ci si muove all’interno di un ‘sistema’ di corruttela diffusa, che connota perciò di illiceità penale le condotte poste in essere per realizzarlo”.
“Plurime fonti dichiarative hanno riferito, infatti – si legge nell’ordinanza – della consuetudine del Montante di finanziare le campagne elettorali di esponenti politici di diversi schieramenti per poter avere sempre un punto di riferimento in soggetti chiamati a rivestire incarichi di governo”.