È salito a nove il bilancio delle vittime del venerdì di terrore a Monaco di Baviera. Le notizie filtrano con il contagocce, ma il numero dei morti è dei feriti testimoniano della volontà degli assalitori di fare una strage.
L’assalto è avvenuto nel pomeriggio nel ristorante McDonald’s di un affollato centro commerciale del capoluogo bavarese. Tre persone, armate di fucili, hanno sparato decine di colpi contro gente inerme intenta a far compere. La polizia parla chiaramente di terrorismo, anche se non fa riferimento all’Isis.
La Germania è a lutto e si chiede “perché?”. E la cancelliera Angela Merkel convoca il comitato interministeriale federale per la sicurezza: per dare una risposta ad un attentato su cui ancora tanti, troppi sono i punti oscuri.
Perché se da ore è in corso a Monaco e nei dintorni una intensa caccia all’uomo, con posti di blocco e reparti speciali schierati, ancora poco o nulla si sa sugli autori della strage. Secondo il braccio destro di Merkel, Peter Altmaier, si è sicuri sulla presenza di un solo attentatore, mentre i media parlano di tre. E uno dei nove morti sarebbe uno di loro. Il suo cadavere è stato trovato a un chilometro dal luogo dell’eccidio.
E poi si rincorrono le tesi, anche grazie ai video dell’eccidio immancabilmente pubblicati sui social network malgrado l’invito a non farlo per non favorire i fuggitivi lanciato online dalla polizia, che ha chiesto a tutti di starsene a casa al sicuro e di evitare luoghi affollati.
Un video, in particolare, è significativo. Un cittadino, dal tetto del palazzo adiacente al centro commerciale, insulta uno dei terroristi chiamandolo con l’equivalente tedesco di “stronzo”. Lo scambio fra i due avviene in dialetto bavarese. L’attentatore si sente dire “sono tedesco”, nato in Germania, in un quartiere povero e abitato da percettori di sussidio pubblico.
Al momento comunque, sottolinea la cancelleria, tutte le ipotesi sono al vaglio: anche se nessuno parla di Isis. La tragedia, a pochi giorni dall’assalto di un diciassettenne su un treno, sempre in Baviera, va in scena nel tardo pomeriggio in un centro commerciale pieno di gente di venerdì sera, con uffici appena chiusi, vacanze scolastiche appena iniziate ed i saldi nel loro pieno.
Tre uomini sparano nel fast food dello shopping mall, da cui escono continuando a sparare, armi in pugno, sulle persone che incontrano sul loro percorso. E fanno perdere le loro tracce, anche se secondo gli inquirenti sarebbero ancora in città. Le teste di cuoio si lanciano in una spietata caccia all’uomo. E’ il panico. La gente scappa dal centro commerciale urlando e piangendo. La metropolitana viene completamente chiusa in tutta la città, la stazione ferroviaria viene evacuata e sono bloccati tutti i treni in partenza.
La paura si sparge pure nelle zone centrali, dove ad alcuni clienti è impedito di uscire dai negozi. Un gruppo di americani si trova intrappolato e si raccoglie in preghiera. Gli ospedali accolgono numerosi feriti. Ed è allarme in tutto il Paese, mentre alla cancelliera Angela Merkel arrivano messaggi di solidarietà dall’Europa e dalla Casa Bianca, che parla di “terrorismo”.
A notte alta poco si sa sulla caccia all’uomo, che continua senza sosta dentro e fuori Monaco, se non che uno dei tre attentatori sarebbe morto, forse togliendosi la vita. Arriva anche una testimonianza senza conferme ufficiali i cui contorni sono resi ancora più inquietanti dal fatto che oggi sia l’anniversario della strage perpetrata in Norvegia da Breivik.
Una testimone oculare avrebbe sentito uno dei tre attentatori gridare “stranieri di merda”. Un’altra riferisce alla Cnn che il killer del McDonald’s prima di sparare sui bambini seduti al tavolo avrebbe gridato “Allah Akbar”.