Su RaiUno il 23 gennaio la storia di Rocco Chinnici nell’interpretazione di Sergio Castellitto

0
378

Un magistrato tenace, intuitivo e coraggioso ma anche un marito affettuoso, deciso a tenere lontana la sua famiglia le sue preoccupazioni, e un padre tenero, un po’ all’antica e con un rapporto privilegiato con la figlia maggiore. Questo, e altro, è il ritratto di Rocco Chinnici che emerge dal film che porta il suo nome e che è stato tratto dal libro della figlia Caterina “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte”.

Prodotto da Casanova Multimedia e diretto da Michele Soavi, il film andrà in onda martedì 23 gennaio in prima serata su Raiuno. Nei panni di Chinnici c’è Sergio Castellitto. Che, sorridendo, dice: “Padre Pio, Fausto Coppi, don Milani, Chinnici… ormai sono specializzato in biografie”.

Rocco Chinnici è stato ucciso dalla mafia a Palermo il 29 luglio 1983 da una bomba che ha ammazzato anche i due uomini della scorta e il portiere dello stabile in cui abitava. Un attentato che lo stesso Chinnici in un certo senso attendeva dal momento dell’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dopo questi e, ancora prima, dopo i colleghi Cesare Terranova e Gaetano Costa, sentiva che il prossimo sarebbe stato lui: “Lo percepì nel momento esatto in cui arrivò la telefonata con la notizia della morte di Dalla Chiesa – ricorda Caterina -. E purtroppo dal suo sguardo me ne resi conto anche io. Lui, che aveva sempre cercato di tenerci all’oscuro delle preoccupazioni, quella volta non ci è riuscito”. La storia è nota: Chinnici stava indagando, insieme agli amici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sul cosiddetto “terzo livello” della mafia, l’anello di congiunzione tra mafia e politica, e per questo è stato ucciso.

“La morte di mio padre è stata devastante e determinante – ricorda ancora Caterina, che ha seguito la sua strada in magistratura – Quel dolore mi accompagnerà tutta la vita ma con il tempo è diventato la mia forza e il mio desiderio di mantenere viva la sua memoria”.

Per questo ha scritto il libro, “superando una certa riservatezza che era anche di Rocco Chinnici” e per questo è soddisfatta del film: “Farà vivere un’altra volta mio padre”. A chi le chiede come oggi, a distanza di tanti anni, valuti il sacrificio di suo padre e dei tanti che, come lui, sono morti per servire lo Stato, risponde: “Non è facile per un figlio o per una moglie accettare quel sacrificio ma io e la mia famiglia ci siamo convinti che abbia avuto un senso. Certo, la mafia non è stata ancora sconfitta. Anzi, ha cambiato le sue modalità e questo Rocco Chinnici lo aveva già previsto. Ma molto è cambiato, non solo per le modalità di lavoro, visto che lui ha segnato un punto di non ritorno nell’attività di indagine, ma anche con il suo andare nelle scuole per sollecitare una nuova coscienza in quei giovani che aveva tanto a cuore”.

Tornando al film, Castellitto osserva: “Dietro all’icona di Chinnici c’è un uomo: un magistrato, un marito, un padre, un amico, un giardiniere. Chinnici era un uomo normale: si alzava alle 4, andava nel suo studio a lavorare, poi faceva il caffè e alle 8 usciva per andare in ufficio dove rimaneva fino a tardi. Nonostante i suoi impegni, era rappresentante di classe nel liceo dei figli e non ha mai mancato un consiglio di classe. La sua lezione più forte è la sua capacità di tenere tutto insieme”.

Il film è prodotto dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi: “Abbiamo voluto raccontare un uomo che ha fatto il suo lavoro senza alti stipendi e senza finire tutti i giorni sui giornali. E anche il suo privato, con i suoi piccoli rituali quotidiani, che tenevano unita la famiglia. Ma abbiamo anche voluto raccontare la verità del nostro Paese dove il Sud viene considerato indolente, imbroglione, mentre il Nord è virtuoso. La verità, forse, è che c’era un Sud colto e saggio e un Nord che se ne è impossessato”. “Rocco Chinnici” è interpretato anche da Cristiana Dell’Anna (Caterina Chinnici) e Manuela Ventura (Tina Chinnici).