Assemblea in mattinata dei lavoratori ex Fiat di Termini Imerese e dell’indotto per fare il punto sulla vertenza dopo l’incontro infruttuoso del 9 aprile scorso al ministero dello Sviluppo economico.
Inizialmente previsto davanti ai cancelli, a causa del tempo incerto, l’incontro si è spostato all’interno della fabbrica sequestrata il 12 marzo dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di presidente e amministratore delegato, per i quali recentemente è stata disposta la revoca dei domiciliari e il dissequestro di beni per 13 milioni, con lo spostamento della competenza alla procura di Torino.
A preoccupare tute blu e sindacati la situazione di incertezza in cui è piombato il sito palermitano e la mancata realizzazione del piano di rilancio industriale. Inoltre, i 570 operai attendono ancora lo sblocco della casa integrazione dal primo gennaio. Un quadro di incertezza amplificato dall’inchiesta per una presunta malversazione ai danni dello Stato. Attualmente la società rimane ancora sotto sequestro gestita dal commissario Giuseppe Glorioso.
“Sono un ottimista di nascita, perché uno che nasce a Termini Imerese non arriva dove sono arrivato io se non è ottimista. Più che essere ottimista, in questo Paese, bisogna essere determinati. Se si è determinati si diventa determinanti”. Lo ha detto ha detto a Catania Carmelo Barbagallo segretario della Uil. Parlando di Termini Imerese la domanda si sposta sulla Blutec ex Fiat. “La Blutec ha preso i soldi ed è scappata, peccato che li hanno presi prima. Bisogna fare in modo che la Fiat reintervenga non con aziende satellite ma direttamente, visto che ha fatto la scelta di investire nel settore elettrico”.