“Ci sono diverse contraddizioni che si annidano in questo processo nel racconto della pubblica accusa. Mi chiedo, ad esempio, se Silvio Berlusconi sia vittima di Cosa nostra o autore di minacce mafiose?”. Così, l’avvocato Basilio Milio, difensore del generale Mario Mori e del generale Antonio Subranni, imputati per minaccia a corpo politico dello Stato, riprendendo nell’udienza di oggi l’arringa difensiva al processo sulla trattativa tra Stato e mafia che si celebra davanti alla Corte d’assise di Palermo.
“Secondo l’accusa – dice ancora l’avvocato Basilio Milio – Marcello Dell’Utri (imputato nel processo, ndr) porta la minaccia di Cosa nostra a Berlusconi. Ma è strano che Berlusconi continui ad avere un rapporto di amicizia con Dell’Utri e lo continui a difendere. Così come è strana la doppia figura di Calogero Mannino, vittima del reato e autore del reato”.
Per il legale dei due ufficiali, “da un lato, la procura dice che Berlusconi è una vittima – spiega Basilio Milio – e per altro verso ha fatto sentire le intercettazioni di Graviano per dimostrare che Berlusconi era quello che aveva siglato gli accordi con la mafia. E quali erano gli accordi? Quelli che, secondo i pm, prevedevano un accordo tra Berlusconi e i Graviano che permettessero a Berlusconi di andare al governo (Nel 1994 ndr). Vedete che c’è una contraddizione tra il Berlusconi vittima e Berlusconi autore della minaccia?”.
Sulla presunta trattativa tra Stato e mafia il “racconto di Massimo Ciancimino è fantascientifico”, ha detto l’avvocato Basilio Milio, proseguendo la sua arringa difensiva al processo che si celebra davanti alla Corte d’assise di Palermo. Ciancimino è imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e nello stesso tempo è il teste chiave del processo. È stato lui a parlare ai pm della trattativa che sarebbe stata avviata dopo la strage di Capaci del 23 maggio 1992 tra pezzi delle Istituzioni e Cosa nostra per fare terminare la strategia stragista.
“Questo processo dimostra che la Procura non accetta le sentenze di assoluzione emesse da diversi giudici sul generale Mario Mori e spera che questa volta si possa acclamare il suo teorema”, ha affermato l’avvocato Basilio Milio proseguendo la sua arringa difensiva al processo sulla trattativa tra Stato e mafia davanti alla Corte d’assise di Palermo. E legge ampi stralci della sentenza di assoluzione dall’accusa di favoreggiamento per il generale Mario Mori, imputato nel processo sulla trattativa per minaccia a corpo politico dello Stato. Mori era accusato di avere favorito la latitanza del boss mafioso Bernardo Provenzano. (Adnkronos)