La responsabile regionale dipartimento equità sociale e disabilità di Fratelli d’Italia, Sandra Bennici, ha commentato le violenze ai danni dei degenti del centro per disabili mentali “Ben Haukal”, nel quartiere Brancaccio, a Palermo, che hanno portato all’arresto di tre operatori.
“Episodi come quello verificatesi a Brancaccio lascia sgomenti, inaccettabile la violenza perpetrata verso soggetti fragili che non possono difendersi. Siamo di fronte ad una ennesima ed eclatante violazione dei diritti umani. Soggetti fragili, anziani ospiti in case di riposo, RSA, in centri per disabili mentali, maltrattati fisicamente e brutalmente soggiogati e condizionati da persone prive di etica professionale – afferma la Bennici -. E’ venuto il momento di adottare ogni misura necessaria per limitare e contenere tali episodi, iniziando con l’installazione obbligatoria dei sistemi di video sorveglianza negli spazi comuni delle rispettive strutture socio-sanitarie, nel rispetto della legge sulla privacy – prosegue -. L’Ars, su indicazione del governo regionale, ha inserito nella finanziaria un fondo di un milione per tali importanti strumenti di controllo, assolutamente necessari ma non certamente sufficienti. Intanto, comunque, è necessario che la video sorveglianza diventi obbligatoria e che una norma nazionale ne subordini il rilascio delle autorizzazioni socio-sanitarie alla presenza dissuasiva delle telecamere di sorveglianza con capacità di registrazione e conservazione di lunga durata. È un primo segnale che va dato con immediatezza perché gli episodi purtroppo si ripetono continuamente ed indifferentemente in tutte le parti d’Italia. E’ inoltre opportuno – sostiene l’esponente di Fratelli d’Italia – intervenire sulla verifica dei requisiti degli operatori sociosanitari che pur avendo il titolo di studio specifico per svolgere tale lavoro, prima dell’assunzione unitamente alla visita medica obbligatoria dovrebbero superare un test psico-attitudinale adeguato e sostenuto con professionisti con adeguata esperienza per mettere in risalto la verifica caratteriale del personale impegnato nel contatto diretto e per l’assistenza alla cura dei soggetti fragili. Se vogliamo stroncare questo abietto fenomeno – conclude – dobbiamo affrontare senza indugio unanimemente questa battaglia etica, con concrete ed urgenti misure di contrasto in difesa delle persone che non hanno la possibilità di alcuna difesa”.